Si conclude con una insidiosa paroletta questa carrellata sugli aperitivi cominciata con Spritz, passata attraverso il vermut, Rosso Antico, Carpano, Aperol, Martini, Campari, Punt e Mes … e che ora proprio allo Spritz fa ritorno.

Nella zona di Brescia (e solo lì!) lo spritz si chiama pirlo, indipendentemente da come è fatto; con Aperol o con Campari, sempre di pirlo si tratta.

Pirlo deriva dal verbo “pirlare” che significa “girare, roteare, ed anche cadere”. Il nome pirlo usato per nominare lo spritz vuole indicare il vortice e il girare che si origina dall’incontro dell’ingrediente colorato con il vino o prosecco. “Pirlare” è proprio quel moto circolare o di caduta che si crea nel bicchiere quando si mischiano i due ingredienti e si fa girare velocemente il liquido.

Il termine pirlo non ha quindi alcuna connotazione negativa, cosa invece che guadagna nel nord Italia e in particolare a Milano, dove “pirla” è proprio un insulto. Se si scava tra gli etimi e i significati, si conferma che “pirla” in origine indicava la trottola e “pirlare” era un modo per dire “girare”. Eccoci arrivati all’accezione che si è così ben radicata a Brescia.

Sembra così che solo a Brescia ci sia un recupero dell’autenticità linguistica, cosa che rende i bresciani una stirpe di riguardo, e i milanesi che sono grandi consumatori di spritz, gente un po’ più maliziosa.