Si riprende a camminare e si fanno scoperte. Qui a Milano alcuni negozi scompaiono; anche grandi insegne come Euronics di piazza Solari, il negozio Sigma lì vicino, la catena Picard sostituita già da un po’ da Gelmarket, e più recentemente anche Bio c’Bon ha annunciato la chiusura in Italia. Ma non tutto è perduto e dà sollievo sapere che sono nati nuovi negozi, in particolare nella ristorazione e nello street food. Ed è un vero piacere vedere insegne che si presentano con nomi simpatici, leggeri, allegri.

 

Un po’ di nomi promettenti e giocosi

La passeggiata in un quartiere del centro mi ha fatto notare Pinsa Per te, che insieme a Pìns Art valorizza la pinsa, una schiacciata simile alla pizza ma di più lunga tradizione. Simpaticissimo il nome PokéStorie, che sfrutta la somiglianza tra il termine hawaiano poke “tagliare a tocchetti, sminuzzare” e l’italiano “poche”, e si presenta fresco e sbarazzino, poche storie! La moda delle poke bowls (ciotole di pesce a pezzetti, riso, verdure e salse varie) imperversa, e proprio la necessità di distinguersi ha spinto i proprietari verso un nome ammiccante e colloquiale.

Notevole l’insegna L’Appolpetta in piena Cina Town, cuore pulsante dello street food milanese, già gremita di gente quando eravamo in zona rossa, non osa pensare cosa diventerà. Sull’insegna di fianco al nome L’Appolpetta, compreso di articolo “L apostrofo”, compare una sorta di spiegazione maccheronica: Meat Balls Fatto a mano. Migliorabile.

Sempre in zona si fa notare PastiChéri, un laboratorio di delizie in cui il francese chéri prende il volo e atterra nella parola “pasticceria”.

 

Però attenzione ai vincoli!

Cosa hanno in comune questi nomi? Che includono un termine comune riferito alla loro specialità: pinsa, poke, polpetta, oppure una radice di base come pastic- per PastiChéri. Ma hanno il pregio di “trattare” in modo originale questo termine basico, e di non ricadere nella genericità semplicistica di La Pokeria, La Polpetteria, La Pinseria. Sono nomi chiari ma anche speciali; combinano espressività e personalità giocando con il linguaggio, con le assonanze e le combinazioni di lettere.

Con questa tipologia di nomi semi descrittivi bisogna però avere le idee molto chiare dall’inizio, ovvero da quando nasce l’insegna e il negozio. Se si sceglie di chiamarsi Pìnsa per Te, sarà difficile diventare un riferimento nel proporre bruschette o hamburger. Lo stesso vale per L’Appolpetta, che sarà poco credibile nel fare ravioli cinesi ripieni, come i negozi vicini. Un nome che mette nel suo centro un termine specifico, si focalizza su quella proposta e inevitabilmente si auto limita. Poi ci sono situazioni in cui il riferimento geografico supera il singolo prodotto o ingrediente, ed allora da mi’indujo ci aspettiamo specialità calabresi varie e non solo proposte a base di quell’insaccato piccante.

Milano si risveglia. Il cibo salverà il mondo? Speriamo.

L’immagine è presa da ItaliaOggi