“Ci sono emozioni che non hanno ancora un nome. Provale su Sky.” Questo è il testo della nuova campagna di brand per Sky pensata da M&C Saatchi, che io trovo molto forte, diretta, pulita. E poi parla di nomi nuovi per emozioni ancora senza nome, quindi di dare nomi a emozioni, quindi di naming, e quindi mi sento molto parte in causa.
In realtà poi le emozioni inedite vengono battezzate da Sky con neologismi stimolanti e simpatici come Nostalgioia, Pauraggio, Speransia, Euforiglia. Ma questo non diminuisce l’efficacia della comunicazione, anzi rafforza l’invito a fare esperienza di Sky e compatta la costruzione del brand.
Le nuove parole / nomi di emozioni non hanno attivato solo me, ma anche alcune persone che partecipano come creativi ai workshop di brain storming di nomi, anche chiamati name-storming perché le tempeste sono sia di cervelli che di nomi. In questi giorni è successo che più di uno dei creativi che sono allenati a lavorare su questo tipo di neologismi e nomi, mi ha chiesto se le parole proposte da Sky fossero state generate durante una delle nostri name – storming.
In effetti durante un gruppo creativo di naming già nella fase iniziale di riscaldamento di cervelli e favelle dei partecipanti, io chiedo di giocare con le parole, di inventare parole assonanti anagrammi paronomasie, di far sposare parole e radici di termini presi a caso. Questo mi serve solo per esercitare la fluidità e le risorse associative e combinatorie. Dopo la fase di riscaldamento il lavoro del gruppo si concentra su concetti, valori, termini più specifici e aderenti agli obiettivi di naming del progetto. La maggior parte delle volte il brand cliente rimane celato fino all’ultimo, per mantenere viva la freschezza e la ricchezza delle proposte che possono essere generate; spesso conoscere l’azienda, il prodotto nei particolari, il brand, il territorio espressivo, può essere un vincolo al flusso creativo.
Un workshop di naming lavora su parole, lingue e linguaggi e mira a creare parole nuove, alterate, combinazioni originali di termini e radici che siano forti, comunicative e inedite.
Le 4 parole proposte dalla campagna di Sky sono molto forti, ricche di senso e originali per il target italiano; la mia preferita è Nostalgioia. Tecnicamente appartengono alla categoria delle parole macedonia o fusioni di termini che hanno un segmento comune che viene assorbito dalla giustapposizione: nostalgia + gioia diventa Nostalgioia, con assorbimento della sillaba “gi”. In italiano si parla anche di “parole valigia” definizione ispirata a “mot-valise” e a “portmanteau” termine introdotto da Lewis Carroll nei dialoghi fra Alice e Humpty Dumpty.
Non ce ne accorgiamo quasi più ma sono molte le parole macedonia che usiamo comunemente nel parlato: spesso mutuate dall’inglese già belle e fatte come brunch breakfast+lunch, Brexit Britain+Exit, emoticon emotion+icon, e per la maggioranza sono fusioni senza un segmento linguistico comune. Più gustose quelle che hanno una sovrapposizione: Libroccolo (una vecchia campagna Mondadori), Sublimage crema Chanel, Beautycious di Smiley Ha Ha.
Riguardo la recente campagna di Sky trovo tanto intriganti le affissioni “parole nuove” quanto irritante e ridondante il filmato. Ma non è facile parlare di emozioni. Lo sta facendo anche Esselunga, con obiettivi ed esiti molto diversi; ne parlerò in un prossimo articolo.
Bello, Linda, questo articolo!
È proprio il tuo lavoro qui descritto. Giocare con le parole, fabbricare idee nuove, rinnovare il punto di osservazione…
Creatività allo stato puro applicata alla vita quotidiana
Grazie Patrizia! Esperta di gruppi di Naming e molto brava a farsi trasportare dal flusso semantico, fonetico, sillabico che stimola la capacità generativa che ognuno possiede