Tutti le hanno ma quasi nessun conosce il senso del nome Hoka One One. Sul sito del brand non se ne parla, ma si trovano riferimenti altrove. Sembra che questo nome all’apparenza inglese derivi dalla lingua maori, e significhi “volare” oppure “è il momento di volare”. In alcuni video la pronuncia corrisponde a quella che userebbe un italiano di fronte ad un nome inglese: “oka uan uan”. The Rundown, un video istituzionale presente sul sito Hoka propone invece una lettura diversa della seconda parte del nome, letta così come è scritta (per noi italiani): “one one”. Si rafforza così la possibilità di un’origine esotica di questo nome, e si crea un raccordo con la storia del brand e delle sue proposte.
Queste scarpe sono nate per la corsa soprattutto su terreni accidentati, e sono il risultato della testardaggine di due amici francesi. Volevano realizzare un prodotto che migliorasse le performance dei runners e limitasse gli effetti collaterali negativi della corsa sul corpo. Tanta ricerca per arrivare ad un modello di scarpa da corsa che è l’antitesi di quello che si pensa. La leggerezza è interpretata da una geometria grande, larga, alta. La scarpa ha infatti una suola voluminosa perché è super ammortizzata. Dimensioni enormi, colori sgargianti, materiali tecnici e schiume che danno volume, leggerezza e ammortizzazione. Le suole scolpite e particolari, come i tanti modelli, che combinano un’estetica originale con una tecnologia di precisione.
Devono piacere; però sul piano di leggerezza, ammortizzamento, sospensioni sembra che siano fantastiche. Correre è come volare, e questo concetto è ripreso dal segno del logo, un uccello con le ali aperte, tremendamente simile al segno di Salewa, un brand di abbigliamento tecnico per lo sport di montagna.
Genitori francesi, nome dal profilo inglese ma con un contenuto potenzialmente esotico. Sarà anche per quest’ultima ambiguità che le scarpe vengono chiamate semplicemente Hoka. Da noi in Italia sono le Hoka, con un suono identico a quello della parola “oca” che associata ad una donna non ha mai portato buoni pensieri. E devo ammettere che guardando certi modelli, un pensiero alle papere sfugge anche a me.
Ecco il video in cui si racconta la passione dei due fondatori e cosa c’è dentro, sotto e dietro queste scarpe così particolari. Anche le scarpe MBT sono state innovative e fortemente distintive per la postura ed ergonomia quotidiana. Ho parlato qui di questo nome che è una sigla. Le iniziali rimandano ad un concetto potente: Masai Barefoot Technology, perchè sono state studiate sulla camminata delle popolazione masai. Nel caso delle Hoka scendono veramente in campo i maori?
Le immagini sono tratte da video e canali social del brand.