DRIVENOW MINI BMWA Milano sta arrivando il momento di DriveNow, il nuovo servizio di car sharing che nel nome afferma prontezza, disponibilità e immediata guidabilità. Il nome DriveNow ci porta infatti in una dimensione di temporalità e agilità, come a dire: sono qui, guidami, puoi partire subito.

DriveNow è un nome inglese, composto da due termini piuttosto comuni: una scelta di naming per nulla impegnativa. Si tratta di un nome troppo facile, troppo alla mano, che scambia questa sua easyness con una neutralità piatta. Benché sia diretto e metta in forma di nome un invito, DriveNow finisce per essere poco friendly e poco personalizzante. Non emana una tonalità emotiva coinvolgente, che fa sentire il piacere di essere parte di qualcosa, il gusto di un’esperienza … insomma tutte quelle belle sensazioni che dovrebbero stare dietro (e dentro) ad una bella azione di branding.

Su questo aspetto il settore specifico del car sharing ha offerto nomi francamente più engaging e meritevoli come Enjoy, o il compianto Twist, che sprizzava simpatia e freschezza.

Un peccato per DriveNow perché si tratta di un servizio premium (è la joint venture tra BMW e Sixt a dichiararlo) che mette a disposizione status symbol come la Mini, alcune serie esclusive di BMW. E forse proprio perché il piatto è cosi succulento, i responsabili hanno pensato di potersi permettere anche un nome un po’ banale, che lavora poco sull’empatia e divaga nel funzionale.

C’è sempre l’altro lato della medaglia, che nel caso del naming è rappresentato dalla difficoltà a individuare nomi che abbiano una portata internazionale, un respiro ampio, e siano registrabili e difenidbili come marchio, con un dominio libero etc etc … Insomma, l’aspetto prosaico del naming, che spesso si mangia la poesia di questo mestiere. Sarà stato così anche per DriveNow? Spero di avere presto notizie dirette e pubblicabili circa i perché di questa scelta così sotto tono.