Ho scoperto Vinted pochi giorni fa, ed ho anche scoperto che il servizio e il naming sono nati nel 2008, e io forse sono una delle poche potenziali utenti che ancora non lo conosceva.

 

La community per vendere abbigliamento di seconda mano

Vinted è una la piattaforma online gratuita che permette di vendere, scambiare e acquistare capi d’abbigliamento di seconda mano. Viene presentata anche come una community e un market place, e fa da tramite tra chi vuole liberare l’armadio e chi è interessato ad acquistare capi usati. Per quanto tradizionale, l’acquisto di abbigliamento di seconda mano è un trend rinato recentemente, favorito da congiunzioni astrali più o meno intuibili. Ed è ora anche un fenomeno di moda. Per rimanere sul tema moda possiamo solo immaginare la frustrazione dei grandi brand del fashion e dell’abbigliamento, pochi dei quali si sono attrezzati per cavalcare questo “nuovo” trend. Ma Vinted non si ferma alla moda: ci sono anche articoli per la casa e libri.

 

Cosa comunica il nome Vinted e perché è stato scelto?

È un nome che fa il suo dovere: non crea grandi problemi di pronuncia o di comprensione anche se dal punto di vista fonetico è un po’ piatto. Ha però un grande pregio: l’assonanza di pronuncia con la parola vintage. Quest’ultima è usata in molte lingue occidentali e fa pensare a qualcosa di antico, vecchio, dismesso, che è anche particolare e ricercato. Vintage deriva dal francese antico vendage / vendange che a sua volta deriva dal latino vindemia combinazione di vinum “vino” e demere “togliere, rimuovere”. È un termine nato in ambito vinicolo e indica i vini d’annata di pregio. Per estensione si usa anche per altri prodotti considerati di valore perché d’epoca. Dal vocabolario Treccani: “… di gusto sorpassato e démodé, che evocano periodi remoti o testimoniano lo stile di un certo periodo o di uno stilista, e la tendenza stessa a fare uso di abiti, gioielli, oggetti di gusto sorpassato”.

Vinted / Vintage è una bella accoppiata, considerando il focus del business: l’abbigliamento usato. E su Vinted vale tutto, non per forza capi firmati o demodé; e tutti possono iscriversi.

 

Dalla Lituania

Un’altra associazione forse più velata è Vinted / Vilnius la città lituana in cui è nato il servizio. La bella allitterazione della sillaba iniziale [vi] potrebbe aver ispirato i fondatori nella scelta del nome. Poco dopo la nascita del sito, Vinted si è lanciato al di fuori della Lituania. Prima la Germania, poi ha raggiunto gli Stati Uniti, gran parte dell’Europa, grandi investitori e una tecnologia che ha permesso di creare una app e di totalizzare gli attuali 37 milioni di iscritti.

Vinted è un nome semplice, chiaro nella pronuncia e comprensibile all’interno del modello. Il logo è gradevole, ed il font riproduce lo scrivere a mano, rinforzando il senso di una proprietà personale e di un ambiente familiare e informale. Anche il servizio sembra molto semplice: fotografi il capo che vuoi vendere, scegli un prezzo, lo pubblichi. Sul sito è spiegato in modo chiaro il ruolo di hosting intermediario della piattaforma, che può assistere vari step della transazione e della spedizione, chiedendo una contributo/percentuale modesto a venditori e compratori.

Lo spot italiano dice: “Non lo metti? Mettilo in vendita”. Una curiosità: il nome Vinted è contenuto nella parola v e n d i t a; rimane fuori solo la vocale [a].