Il Viagra compie 20 anni, e quindi auguri. Ma mi chiedo che cosa abbiamo pensato (noi, tutti, in tutto il mondo) quando 20 anni fa è apparso sul mercato la prima volta. Per facilitare le cose circoscrivo la domanda al popolo italiano: non sapendo che cosa fosse, non avendo mai sentito questo nome, alla sua prima comparsa che cosa abbiamo associato al nome Viagra?

Non ricordo cosa ho pensato io, ma provo a ricostruirlo a partire dalle prime associazioni mentali che si fanno quando non si conosce il significato di un nome nuovo. Ci si appoggia alle parole simili note e ci si affida alle proprie sensazioni. Quelle suscitate dal nome Viagra sono di asprezza, stridore, agro, agrume, strizzare gli occhi, arricciare il naso, sgradevolezza; ma anche via, strada, strada aspra e difficile, via nel deserto. E poi associazioni meno condivisibili e più personali: chi ama le telenovela avrebbe potuto cogliere un rimando a Milagros (che peraltro vuol dire “miracolo” … mica male), chi ama la strada potrebbe aver pensato a Vitara Suzuki, alla ViaCard che si è diffusa in quegli stessi anni. Ad ogni modo a noi italiani la successione di lettere v-i-a-g-r-a fa un effetto non proprio positivo, e non si può certo parlare di eufonia.

PERCHÉ LO HANNO CHIAMATO COSÌ?

Il perché di questa scelta di naming, datata fine anni 90 è un po’ incerto: sembra che la sillaba VI, iniziale di vigor, virility, vitality abbia convinto quelli di Pfizer. In più –agra si può ricondurre a Niagara la più famosa cascata del mondo, con il suo immaginario di potenza, fragorosità, schiumosità, e il mix è fatto. Queste sono le indicazioni che si trovano con più frequenza facendo ricerche in rete. Per me più affascinante è la derivazione di Viagra dalla parola sanscrita vyaghrá, che significa “tigre”, con un rimando scenografico alla forza, all’aggressività, alla ferinità. Ma forse questa derivazione è una leggenda; sarebbe stato molto audace da parte di Pfizer affidarsi negli anni 90 ad un etimo così esotico e poco noto. Peraltro neanche il nome Pfizer è il massimo della fonetica e della pronunciabilità: pfi è una successione di suoni inconsueta nella maggior parte delle lingue, e insieme al suffisso -zer connota il termine pfizer in modo teutonico. Per quanto l’azienda sia nata nel 1849 in America, Pfizer è il cognome dei fondatori che sono di origine tedesca.

I NOMI DEI COMPETITOR

Per tornare ai nomi dei farmaci per le disfunzioni erettili, Viagra si trova in compagnia di Levitra, una combinazione fonetica più felice ma senza gongolarsi (durezza, vitreo e vetroso, asperità e stridore di denti per noi italiani) e Cialis un nome più dolce ma nella mia sensazione più “cheap”, che pare derivi dalla parola francese ciel “cielo”, ben nascosta.

Sulla stampa e in rete si trova nel dettaglio la storia del Viagra, che non avrebbe mai avuto il suo successo e il suo nome se avesse funzionato per il motivo per cui fu studiato: un vasodilatatore di citrato di Sidenafil per risolvere l’angina pectoris e l’ipertensione. Gli effetti collaterali sono stati rilevati, apprezzati, studiati e potenziati, ed ora Pfizer è tra le prime industrie farmaceutiche al mondo, e il Viagra si è costruito un giardino linguistico di esclusiva proprietà, tale per cui ogni cosa che comincia con via seguito da “g” dura o termina con –agra, rischia di fare brutta figura.

In Italia sembra che fino ad ora siano stati venduti 86 milioni di pillole di Viagra, ed è diventato co-protagonista di un famoso e fortunato spot per la Fiat 500 X. Il successo premia gli audaci.