Prima di parlare del nome Twizy, (che si dovrebbe leggere twisi, ma si pensa twizi con la Z sorda) apriamo una parentesi sulle mille definizioni di questo veicolo: a metà strada tra una moto e una macchina, mini-car, micro-car, macchinetta, vetturetta (lo dice Wikipedia!), macchinina, macchina-tandem, city-Kart, “urban crosser la soluzione ai problemi di mobilità urbana” come dice la casa madre Renaul. Tanti modi per agganciare una definizione a qualcosa di nuovo, che ancora sfugge agli schemi: un motociclo elettrico con 4 ruote, che si può guidare anche a 14 anni, ideale per muoversi in città.

Il nome Twizy, che pare nasca dalla combinazione di Twin “gemello” (perché può ospitare 2 persone, il guidatore e un passeggero attaccato dietro, quasi a cavalcioni) ed Easy “facile” perché si guida con estrema facilità e rende “easy” la mobilità urbana, trasmette con efficacia la personalità del veicolo: divertente, brillante, simpatico, scattoso, agile, dinamico. Come per la maggior parte dei nomi brevi (questo è un bisillabo) che terminano con Y, si pensa a qualcosa di piccolo, friendly, ludico. I suoni consonantici TW Z/S sottolineano il dinamismo, la velocità, il girare (twirl). Forse non si riconduce così immediatamente ad easy, tuttavia nell’insieme il nome Twizy è fresco, giovane, moderno e ben coerente con lo spirito allegro e libero della piccola auto-moto elettrica di Renault, a zero emissioni (la sigla Z.E. che si legge sul cofano e che individua il progetto delle nuove proposte Renault). La vicinanza al nome Twingo, anch’esso simpatico e divertente, crea un effetto famiglia, che anche dal punto di vista giuridico rafforza il legame tra i marchi.

Insomma, forse non è proprio bella e comoda, però ha trovato nel nome un punto forte per esprimere il suo carattere free, audace, spiritoso e sbarazzino.