Mastercard rivela i risultati del restyling del logo: rimangono i due cerchi colorati icona del brand e simbolo della relazione con l’utente, ma dal logo scompare il nome. Simpatica la gif creata per i social, che rappresenta il cambio giudicato epocale rivoluzionario epico. Ma cosa ci/gli fa pensare che senza il nome nel logo saranno percepiti come più digitali, più tecnologici, più millennial, più giovani o più brand? Ma ancora si pensa che se non c’è il nome deputato (e imputato), tutto possa cambiare ed evolvere?
Da sempre quando si usa la suddetta carta di credito per fare una transazione, la si riconosce tra le varie carte per i colori e il simbolo e non la si nomina. Però nella comunicazione, nel parlato, al telefono, nelle mail di richiesta è ovvio che il nome verrà sempre usato, che sia presente o meno sulla carta. I nomi di marca esistono per rendere efficace e veloce la comunicazione, per individualizzare, personalizzare, rendere chiaro cosa si riferisce a cosa.
Che poi il termine ”card” incluso nel nome Mastercard sia un po’ limitante nell’era dell’iperrealismo digitale sono d’accordo, ma è ormai una base talmente comune che si è desemantizzato proprio in virtù della notorietà del brand, e difficilmente fa pensare ad una modalità di pagamento superata e frantumata dal contesto digital.
Quindi rendiamo onore ad un nome che fa parte del mondo di tutti, e che si è assestato dopo significativi movimenti: il suo prodromo è stato Interbank, poi divenuto Masterchange. Solo nel 1979 (la società è nata nel 1966) è spuntato il nome Mastercard che nel 2016 è scivolato via dai due cerchi colorati per salutarli definitivamente con il nuovo anno.
Queste le parole di Raja Rajamannar, chief marketing e communication officer di Mastercard: “With more than 80 percent of people spontaneously recognizing the Mastercard Symbol without the word ‘mastercard,’ we felt ready to take this next step in our brand evolution. We are proud of our rich brand heritage and are excited to see the iconic circles standing on their own.” Non mi scompongo; ma mi viene in mente per differenza una delle frasi cult del film Gattopardo di Visconti, pronunciata dal giovane Tancredi, il bellissimo Alain Delon: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Per me rimane tutto come è: chi riconosceva il logo continuerà a riconoscerlo e a dire che è quello di Mastercard. La vera notizia sarebbe che Mastercard cambiasse nome. Ma non glielo auguro.
Ciao Linda, ben ritrovata e che il 2019 sia un anno SOBRIO, BRIOSO, insomma… RIBOSO 🙂
Con la scomparsa del Nome sotto ai due cerchi non percepisco una maggiore tecnologia o digitalizzazione del servizio o altro, ma evidentemente è un limite mio.
A livello visivo percepisco e riconosco il “prodotto” però il Nome, Quel Nome, è (o meglio era…) la vera “forza” del prodotto, senza quel Nome, senza quel “Master…” il tutto appare un po’ annacquato.
Dall’altra parte l’assenza del Nome potrebbe aprire ad iniziative molto mirate e sinceramente molto accattivanti… o forse no.
Questi due cerchi vagabondi sembrano sospesi nel tempo, come fossero in attesa di nuove opportunità, nuove caratteristiche, nuova energia.
Mi balenano in testa almeno tre possibilità, tre nomi nemmeno troppo distanti dal precedente, tutti e tre riconoscibili attraverso assonanze e allitterazioni, tutti e tre e in qualche modo giovani, accattivanti… SPENDIBILI… 😉
Ciao Davide, ma certo … la digitalizzazione non è una conseguenza, ma una sorta di concausa … per come avvengono e avverano la maggior parte delle transazioni on line. Quindi la carta come strumento e come concetto prima o poi andrà in pensione e in Mastercard hanno pensato di chiudere gli occhi e fare finta che lo sia già, togliendo il nome che contiene “card” dal logo. Ma poco cambia, perché chi conosce il brand riconosce le due sfere, che come dici tu rimangono un po’ li a galleggiare, indissolubilmente unite.
Quindi non penso che cerchino un altro nome, abbandonando il capitale che ha il nome MAstercard. Magari un’operazione da studiare sarebbe stata quella di aiutare il nome con la grafica, dando rilevanza a Master e dequalificando progressivamente card, fino a farla diventare una C.
Ma sono strategie da pensare bene, nei loro pro e contro.
Però sono tra curiosa di sapere che nomi vedresti nel vuoto lasciato da MAstercard!
Linda
Comprendo bene che dietro questa loro scelta ci sono studi approfonditi, valide motivazioni e sguardi sul mercato che io non posso avere, dal mio piccolo punto di osservazione faccio però alcune considerazioni, semplici, banali, spero non troppo “piatte”.
Che l’80 % delle persone riconosca i “due cerchi vaganti” può essere una buona notizia, ma… oggi è sufficiente essere riconosciuti?
Certo, essere riconosciuti è un plus, ma essere desiderabili, avere appeal, creare desiderio nell’altro dovrebbe essere il primo obiettivo da perseguire.
Questi due cerchi creano desiderio? Mi fanno dire “lo voglio”? Sinceramente no, anzi… li trovo molto più deboli senza la scritta.
Altri (es. la Mela) creano desiderio, inoltre quella Mela resta una Mela anche senza la scritta, cosa ben diversa dai due cerchi…
Quali nomi avrei proposto? Avrei spinto verso una forte personalizzazione delle carte e dei servizi, “parlerei” ai miei clienti in questo modo:
MisterCard (MrCard) – la carta per “LUI”, oppure: la carta per ogni tua esigenza.
Cerchio rosso (sx) + cerchio azzurro (dx)
Area centrale, dove i due cerchi si sovrappongono: disegno stilizzato di un uomo o cappello da uomo
MissisCard (MrsCard) – la carta per “LEI”, oppure: la carta ricaricabile per gli acquisiti online. Non una carta da signora ma una Signora Carta!
Cerchio rosso (sx) + cerchio rosa (dx)
Area centrale: cappello da donna (con fiorellino), una donna stilizzata, una piuma
MonsterCard – la carta dei tuoi sogni (limitless ?? unlimited ??).
Cerchio rosso (sx) + cerchio giallo o arancione (dx)
Area centrale: disegno stilizzato che esprima forza (drago? fulmine?…)
MasterCharm – la carta dedicata ai viaggi e alle occasioni speciali (es. matrimoni, viaggi di nozze, anniversari, viaggi di lavoro, ristoranti stellati, ecc)
Cerchio rosso (sx) + cerchio oro (dx)
Area centrale, dove i due cerchi si sovrappongono: un cuore
In alternativa, dove i due cerchi si sovrappongono, potrebbero trovare spazio i vari: “MR”, “MRS”, “Monster”, “Charm”.
🙂
Davide, sei incontenibile !
Le tue proposte sono interessanti di sicuro, qualora volessero muovere nome e logo, personalizzando la proposta su target e contenuti. Ma temo non si vogliano muovere in cotante direzioni disperdendo il valore su più fronti, unificati solo dalle forme (i due cerchi) e dalla somiglianza tra i nomi (Mister Monster …).
Non dimentichiamo anche che la Mela morsicata ha acquisito senso grazie al brand che le è cresciuto intorno e oggi ci ricorda Apple. Buttata sul mercato del brandimmo oggi, vergine, senza una storia forse non avrebbe l’appella che le riconosciamo. I due cerchi sono sicuramente forme più neutre. ma la sovrapposizione con il cambio di colore è un messaggio, che il band ha declinato in modo più e meno forte. Ad ogni modo sono d’accordo con te sul fatto che togliere il nome per sembrare più smart e moderni è una illusione.
Ciao Linda,
non credo proprio si muoveranno, tanto meno per rincorre idee bislacche come le mie.
Hanno fatto una scelta coraggiosa, precisa e decisa, una scelta che li porta idealmente verso alcuni brand ma, allo stesso tempo, questa scelta segna un cambio di passo che li “sgancia” da una concorrenza del settore legata ancora al verbale: “VISA”, “AMERICAN EXPRESS”.
In questo senso potrebbero davvero offrirti “una carta che ti lascerà senza parole”… 😉
Grazie Linda!