Sono i nomi di tre sistemi per aiutare a gestire le code e i tempi di attesa, fruibili via app, Web o anche in loco. Hanno profili e funzioni diverse, ma il tema è per tutti lo stesso: la coda.

Tupassi si presenta come un sistema di accoglienza ed è nato come sostituto del numerino che si ritira in sala d’attesa per ricevere una prestazione; consente anche di prenotare la suddetta prestazione presso strutture mediche e uffici pubblici. uFirst ti mette in coda e fornisce i tempi di attesa in base a quanti utenti sono prenotati prima di te. FilaIndiana è una app che monitora le code e ne indica i tempi sulla base del procedere delle coda degli utenti registrati. Questi servizi sono focalizzati sulle città principali, ma l’obiettivo è di coprire sempre più regioni e tutto il territorio nazionale.

Conosco uFirst e Filaindiana solo da qualche settimana ma Tupassi da qualche anno, e la prima sensazione che ho avuto sentendo questo nome è stata: siamo a Roma e andiamo a fare du’ passi. Ho impiegato un po’ a valorizzare la forza espressiva di questo stile informale, netto, chiaro. Innanzitutto Tupassi è un nome italiano, che oggi non è poco; dà del “tu” e integra il pronome, declinando il verbo “passare”. Come nome non si appoggia alle formule consuete dei servizi che promettono performance, velocità, privilegio, eccellenza, quasi sempre in lingua inglese. Dice semplicemente che “tu passi”, alla faccia degli altri che rimangono in coda. Se tu sei furbo perché ti sei registrato, allora passi. Il logo è semplice ed efficace: un omino che cammina nello stile classico degli “omini”, con il colore verde che rinforza il messaggio di via libera: tu puoi andare.

uFirst è la traduzione in inglese smart del concetto “tu passi, sei tu il primo” sottointeso della fila. Anche il nome uFirst è informale e diretto: dà del tu con un tono di voce moderno, che approfitta delle tendenze linguistiche di oggi (you che diventa u). uFirst è nato nel 2016, è una piattaforma tutta italiana che facilita l’accesso a molto servizi gratuiti e privati, e che si sta lanciando anche a livello internazionale. Dentro uFirst è convogliata per acquisizione la primordiale startup Qurami; è primordiale perché nata nel lontano 2011 con lo scopo preciso di saltare la coda, e inizialmente si è rivolta ad università ed enti pubblici; si è molto distinta nell’ambito delle start up italiane, con premi e menzioni per l’idea, la realizzazione e il successo. Il curioso nome Qurami dal sounding italiano è nato dall’incontro di queue “coda” in inglese, con la declinazione del verbo curare.

Tutta italiana, la app Fila Indiana è stata appena partorita per far conoscere i livelli di coda e di attesa unicamente davanti ai supermercati. Il sito è molto asciutto e funzionale: spiega che il servizio è no-profit e crowd sourced e che si regge sulle segnalazione degli utenti, che più sono e meglio è. Il nome Fila Indiana è particolare: molto esplicativo del servizio, ha però quel guizzo che fa sorridere perché richiama una formula che si usa da bambini o per dare ordine a giochi, uscite e gite dei bambini. È immediato, ludico, spiritoso quel tanto che basta per sdrammatizzare una situazione pesante. Alle radici di questa espressione c’è il riferimento alle strategie di attacco degli indiani d’America, che in modo inconsueto per gli occidentali, si disponevano uno dietro l’altro calpestando le orme del primo camminatore. Questo non consentiva al nemico che avesse trovato le tracce di capire quante persone erano passate, ed anzi lo induceva a pensare che fossero meno del numero reale, perché c’erano poche impronte. Sembra proprio che anche all’origine la dicitura “fila indiana” volesse neutralizzare la fila e ridurne la portata.