La U sta diventando molto popolare nel naming. E pensare che è una vocale molto bistrattata e con un trascorso tutt’altro che luminoso.

Come le consorelle V e W deriva dall’ypsilon greco, ma la sua presenza ha fatto fatica a legittimarsi, dal momento che il latino non ne sentiva la mancanza. Per secoli infatti si è alternata indifferentemente con la V senza avere una forma grafica sua, e solo nel 500 ha avuto un profilo tutto suo per diventare nel 600 una lettera distinta dalla V e con una grafia autonoma.

Chiusura, protrusione delle labbra nella pronuncia, posteriorità, gravità, cupezza, oscurità, per non parlare di puzza, disgusto, turpitudine, bassezza, paura. Sono questi i caratteri associati alla lettera U, un po’ per gli aspetti legati alla fisicità dell’emissione del suono, e un po’ per l’iconismo linguistico, le sinestesie sensoriali e le immagini che suscita. In parole povere la lettera U, indipendentemente dall’upupa de I Sepolcri di Foscolo e dai versi carducciani della poesia La tomba nel Busento si muove in un contesto poco amichevole.

Ma le viene in aiuto la lingua inglese e la velocità di questi tempi, in cui è divenuto comune abbreviare il pronome you con una semplice U. Pioniere il gruppo musicale U2 nato a Dublino nel lontanissimo 1976, che nel gioco U 2 dice “anche tu” (passibile di essere letto eventualmente come “voi due!”), ecco che la U con smalto e tutta la grinta possibile per una vocale, sale alla ribalta. La incontriamo nel nome dell’app Ufirst, tristemente nota in questi giorni di code infinite e quotidiane, ed anche nel nuovo (per me) operatore di energia, gas, telefonia e tutte le utenze insieme, che si chiama Withu. Quest’ultimo approfitta per bene della U e la nobilita dandole grande visibilità con il verbal branding: nel payoff “L’energia che dà di più”, nella homepage del sito “unico call center, unico documento, unico riferimento …”, Tutto Withu, utenze, utenze, utenze. La sentiamo aleggiare anche nello spot, che con la canzone canticchiata dal testimonial vuole aiutare a ricordare ma anche a decodificare il nome. La canzone è Only You dei Platters. Withu infatti non è un nome proprio facile da comprendere e leggere; richiede sforzi per gestire la lettera H, per tradurre la lettera U con You, e pronunciarla jʊ / iu . Il rischio di leggerlo witu è molto vicino e porterebbe il nome in un altro terreno: “we too”, anche noi … sempre emozionale ma meno allineato agli obiettivi del brand di comunicare che è sempre con te, in tutto e per tutto.

Sono questi gli anni della particella We/Wi e dei We-names, della Yu (invece di you) e degli Yu-names, ed ora dei più sincopati U-names.