In Italia IQ si dice QU-I, e si scrive QI. Non è facile quindi riconoscere il Quoziente Intellettivo che in inglese si dice “Intelligence Quozient”, nel nome IQ della piccola e intelligente Toyota. Però una volta che lo si scopre, il senso rimane in mente e si apprezza l’arguta scelta di naming.

Per noi italiani si affaccia un altro dubbio: come leggere il nome IQ. Semplicemente ìqu, come fossero due lettere dell’alfabeto italiano, oppure ichiù come fossimo semi-inglesi, o forse aichiù, da inglesi integrali? In quest’ultimo caso, si potrebbe aprire una bellissima porta sull’oriente, e in particolare sull’Haiku (che in Italia di legge àicu) una forma poetica giapponese molto suggestiva, caratterizzata da estrema semplicità e brevità (17 sillabe) ma da somma intensità e saggezza. Un po’ come la Toyota IQ, “la più piccola 4 posti al mondo” che condensa intelligenza e prestazioni. E poi non dimentichiamo la marca Apple che ha fatto della lettera I iniziale la sua bandiera (IPod, IPad, IMac …).

Ma torniamo al Quoziente Intellettivo; il primo a studiarlo è stato lo psicologo francese Alfred Binet, anche se il nome IQ è stato definito dal tedesco William Stern. Si tratta di un indice numerico il cui scopo (attraverso test, prove, punteggi e scale) è di misurare l’intelligenza di una persona. Sebbene il valore numerico di QI / IQ non sia così predittivo dell’effettivo successo nella vita lavorativa e personale, per la piccola Toyota a due anni dal lancio, si può parlare di un incremento nella diffusione, almeno in Italia. Chissà quanto del merito è da attribuire al nome …