Stiga è una parola che disturba i nostri orecchi italiani. Benché non riusciamo ad attribuirle un senso, più cerchiamo di collocarla in un posto preciso più il compito si fa duro e il terreno scivoloso. Sul terreno torniamo tra poco, sul compito duro rimaniamo ancora. Stiga ci fa pensare subito a “sfiga”, poi a “stigma” e poco dopo a “istigare”. Poi si affacciano altre parole con significati non proprio edificanti: “stizza, stipsi”. Viene anche all’orecchio un’esclamazione di questi tempi dove il bisillabo “stica” è indice di stupore ed evita un’altra sillaba non proprio gentile [-zzi].

Questo nome crea lo stesso effetto dei nomi IKEA, che ci fanno spesso sorridere per la loro ridicola fonetica o l’uso improprio e bizzarro di radici linguistiche latine e italiane. Anche il nome Stiga viene dalla Svezia; non parte bene per il suo impatto fonetico ma recupera su altri fronti e in un certo senso si bonifica.

 

UN NOME CHE VIENE DAL NORD

Stiga ha uno stretto link con il nome del fondatore del brand, il signor Stig Hjelmquist che in Svezia nel 1934 crea un’impresa per la produzione e distribuzione di tavoli e accessori per il ping-pong. Stig è un nome proprio maschile di origine danese, che deriva dal norreno stígr e che prende origine dal verbo stíga che significa “passeggiare”, “vagare”. Stiga significa anche “sentiero” e questo è assolutamente un punto di forza per quella che sarà l’attività del brand a partire dagli anni ‘50, che dal ping-pong è passato ad occuparsi di macchine e attrezzi per la cura del giardino come tosaerba, motoseghe, trattori, trituratori, spazzaneve e molti altri.

stiga trattore tosaerba

UNA STORIA VARIEGATA

È quella che riguarda il nome del brand e la sua area di azione. L’azienda fondata nel 1934 da Stig Hjelmquist si chiamava infatti inizialmente Firma Fabriksprodukter, nome modificato in Stigma (!) nel 1938. Naturalmente alle origini l’area di influenza era il nord Europa, e quindi gli effetti del nome non erano letali. Ecco che nel 1949 compare il nome Stiga e mentre si approfondisce l’offerta sul fronte sportivo (equipaggiamento per il ping-pong e per l’hockey), comincia a delinearsi un’offerta sempre più ricca per il giardino.

Nel 2000 Stiga viene acquisita da Castelgarden con sede a Castelfranco veneto, e oggi propone una serie maestosa di macchine per il giardino e il verde. Stiga porta così a compimento la promessa del nome Stiga/Stig, per noi ancora un po’ urticante, orientandosi sempre di più verso la natura. Sul sito di Stiga fioriscono i temi legati alla sostenibilità, le iniziative volte alla scoperta e alla valorizzazione delle risorse della natura gli inviti a vivere e abbellire il proprio giardino in modo consapevole e rispettoso.

stiga company

STIGA E HYGGE

Stiga divulga anche il concetto danese hygge sempre più aperto all’Europa. Hygge, parola femminile che si pronuncia hugga mette al centro lo stare bene con sé e con gli altri, godersi la vita sia dal punto di vista spirituale che negli aspetti più quotidiani. Niente di meglio che affidarsi al sito del turismo danese, che fa il suo dovere illustrando e promuovendo la Hygge.

 

FALQUI

Per chi ha fatto un saltino quando ha letto “basta la parola”. Si tratta del leggendario claim di Falqui il lassativo, e della riuscita comunicazione in voga decine di anni fa. Proprio il lassativo che faceva andare in bagno al solo nominarne il nome di marca (il potere del nome!) senza specificare cosa, come e quanto. Ecco tutto.

 

Le immagini sono prese dal sito e dei canali del brand.