Per festeggiare i suoi prima quarant’anni, nel 2011 la catena di caffetteria Starbucks rinnova il logo, ma butta via il bambino insieme all’acqua sporca. Il nome e il riferimento al caffè infatti scompaiono dal logo. Questa è un’operazione di restyling molto poco convenzionale, e rivela quanto il brand creda nella sua forza e riconoscibilità. La catena Sturbucks è conosciuta a livello mondiale: presente in almeno 50 paesi con più di 17.000 negozi, sta per “sbarcare” in Italia. Peraltro è già molto nota anche ai tanti italiani che viaggiano e che come tutti, approfittano dei locali, delle golose proposte, dell’atmosfera accogliente e del WI-FI gratuito, uno dei motivi del grande successo di Starbucks.
Se è vero che il logo (cambiato varie volte nel corso di questi quarant’anni) identifica immediatamente il negozio, è pur vero che in questa ultima versione appare fin troppo semplificato. Viene a perdere alcuni asset fondamentali: il nome in primis, il riferimento al caffè, la stessa ricchezza grafica del simbolo. Rimane solo la sirena, accattivante e ben diversa da quella originaria che invece era grassoccia e bruttina. La sirena trabocca e diventa protagonista, imponendo la sua immagine con tutto il suo portato evocativo: la creatura fantastica, il mito, la voce che incanta, la tentazione. E’ un peccato che questo succeda a scapito del nome Starbucks, così originale e suggestivo.
Il nome Starbucks prende ispirazione da Starbuck un personaggio del romanzo di Melville Moby Dick, il primo ufficiale della baleniera, qualificato come l’amico della natura. Starbuck è il portatore di un messaggio di rispetto della natura, lo stesso valore ecologista che ancor oggi l’azienda porta avanti con investimenti ed atteggiamenti di responsabilità verso l’ambiente.
Sono sempre più convinta che anche un nome famoso ha bisogno di essere presente nel logo, per alimentare costantemente la forza del brand. Anche se il riconoscimento è immediato, la presenza del nome è imprescindibile.
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