Le tre assistenti digitali citate nel titolo sono femmine, mentre per Google Assistant possiamo rimanere ancora sul vago, ma sono portata a considerare anche quest’ultima al femminile. Si tratta di assistenti vocali, software, piattaforme, interfacce di comunicazione che hanno una voce virata la femminile, il cui fine è di aiutare a risolvere quesiti e problemi quotidiani, facilitando la vita e la connessione tra umani e ambiente.

SIRI

Siri nasce come nome femminile migrando direttamente dalla tradizione norvegese; è un diminutivo di Sigrid che deriva dall’antico norvegese sigr che significa “vittoria” combinato con fríðr che significa “bella” ed assume il significato di “bella donna che ti conduce alla vittoria”. Molto diffuso sin dal Medioevo in Norvegia, Svezia, sulle isole Faroe e in Danimarca, ha trovato nuova vitalità intorno al 1900. Il nome Siri è presente anche in altre culture: come nome di donna nella tradizione indiana dove significa “salute o fortuna“. In Swahili significa “segreto”, in bengalese “bellezza” mentre in giapponese il termine simile Shiri non ha proprio buone evocazioni.

Fu proprio il norvegese Dag Kittalaus a pensarlo come nome prima per sua figlia e poi per la sua start up tecnologica, che nel 2010 fu acquistata a peso d’oro da Apple al fine di integrare il sistema vocale intelligente nell’ iPhone 4S. Sembra che all’inizio Steve Jobs fosse contrario alla scelta di naming, ma poi il nome Siri fu mantenuto perché breve, facile da pronunciare e digitare e accessibile come trademark e nome di dominio. In più in Apple sono stati bravi a trasformarlo in un acronimo – acrostico inverso, rafforzandone il valore: Speech Interpretation and Recognition Interface.

ALEXA

Alexa è l’assistente vocale di Amazon basato su cloud ed è l’intelligenza che alimenta Amazon Echo e altri dispositivi e altoparlanti. Consente di riprodurre musica, leggere le ultime notizie, rispondere a domande, controllare dispositivi per Casa Intelligente senza dover accedere o toccare lo smartphone. Il suo nome ha un’origine prestigiosa: è una contrazione del nome della città di Alessandria d’Egitto, e vuole fare riferimento alla famosa biblioteca di Alessandria, fondata nel III secolo Avanti Cristo, e divenuta la più importante biblioteca del mondo antico. Per tutti Alexa è un nome femminile, moderno, giovanile. Più che alla biblioteca rimanda ad una qualche cantante pop americana, ai vertici delle classifiche. Tuttavia copre bene la sua funzione di personalizzazione e umanizzazione di un servizio avveniristico come quello che svolge il dispositivo.

CORTANA

È il nome che mi risulta più sgradevole. In italiano il suffisso –ana è presente in molti nomi femminili (Silvana, Giuliana …) e non è negativo di per sé. Ma nella combinazione con la T e quindi –tana, con la sillaba iniziale cort- che non apre orizzonti, e in generale con una fonetica globale per nulla eufonica, rende il nome poco memorabile e significativo.

Il nome Cortana ha una storia, per fortuna, e non piove a caso sul software sviluppato da Microsoft per Windows e Android. Cortana è un personaggio femminile della serie di videogiochi “sparatutto in prima persona” Halo; si tratta di un sistema di Intelligenza Artificiale rappresentato da una ragazza con la pelle e i capelli viola, sempre nuda. Ho detto tutto. La coerenza tra il personaggio inventato per il videogioco e le funzioni del device sono alte, e allora teniamoci il nome Cortana, noto forse solo ai nerd del grilletto.

GOOGLE ASSISTANT

La strada più facile ma anche più sterile è quella seguita da Google, che non sfrutta la possibilità di avere un nome originale e abdica in favore di un descrittivo piatto piatto. In rete nei testi italiani compaiono sia la versione inglese che la dicitura Assistente Google. Presentato nel 2016, è tra gli ultimi arrivati ma sembra quello che ottiene le migliori performance in termini di completezza e focalizzazione delle risposte.

SAMANTHA

Chiudo questa carrellata presentando Samantha la co-protagonista del film Lei (Her) del 2013, un sistema operativo con intelligenza artificiale, in grado di apprendere, agire in autonomia e persino di elaborare emozioni. Il film di Spike Jonze ha vinto l’Oscar per la sceneggiatura e la voce di Samantha è quella della seducente Scarlett Johansson.