Come i nomi di marca, anche le invenzioni e le creazioni originali sono soggette a registrazione di brevetto per tutelare la paternità, autenticità e priorità dei loro contenuti. I prodotti farmaceutici rientrano in questa categoria e sono sottoposti a brevetto, che ne protegge l’esclusiva per 20 anni. Gli anni 80/90 sono stati infatti un periodo molto fertile per la ricerca scientifica e si sono depositati brevetti di principi attivi molto importanti, tra cui quelli del Plavix, del Lipitor. A differenza dei nomi di marca, per i quali si può rinnovare il deposito che generalmente dura 10 anni, per i brevetti farmaceutici non è possibile il rinnovo ma al massimo una proroga molto limitata nel tempo e decisa dal ministero della sanità. La scadenza del brevetto di un farmaco mette fine all’esclusiva dell’azienda proprietaria ed apre la strada a quanti possono riprodurre quel farmaco partendo dallo stesso principio attivo, con un margine di tolleranza del 20% sull’efficacia, i cosiddetti farmaci generici. Le perdite per le grandi aziende multinazionali che si vedono ridurre le vendite anche in modo drastico, sono ingenti; in alcuni casi è più difficile che un paziente abbandoni il farmaco di marca per una proposta analoga generica, ma per certe patologie ed affezioni e per nuovi clienti, il passaggio può essere più facile. Con il farmaco generico il risparmio per il contribuente infatti può essere molto alto; è questo uno dei pochi casi in cui avere un nome generico per un prodotto … può essere un vantaggio.