“Senza piangere la loro fine, mi auguro che ci sia per il brand una nuova linfa, però senza estensioni o cambiamenti di gusto e di gamma. Rossana è Rossana”. Lo scrivevo su questo blog precisamente il 7 marzo 2016 quando si diffuse la notizia della vendita/chiusura/abbandono del brand Rossana da parte di Nestlé. Ancora non si sapeva che la piemontese Fida, già proprietaria di Charms e Sanagola, presto avrebbe acquistato il brand. In 3 anni altro che nuova linfa: nelle confetterie si trova la smagliante Rossana gusto classico, la sorellastra al cioccolato con un incarto leggermente più scuro, e da febbraio la crema spalmabile Rossana.
Allora dicevo “senza estensioni o cambiamenti di gusto e di gamma”: il gusto non sembra cambiare, ma l’estensione (brand extension) è notevole; una vera sorpresa. Innanzitutto per me pensare che la Rossana sia collegata alla nocciola. La nuova proposta è infatti presentata come una crema spalmabile alla nocciola e al latte (e poi anche mandorla, no olio di palma, e no glutine). Che la Rossana abbia uno stretto rapporto con la nocciola per quanto mi riguarda non si è mai sedimentato bene: ho sempre pensato a caramello, zucchero, forse anche miele per giustificare la dolcezza della caramella. Con la nuova crema la nocciola diventa protagonista ed esce dal segreto del cuore cremoso: spunta fuori dalla caramella e si infila nel vasetto di vetro.
Non so ancora se essere soddisfatta o tradita da questa nuova proposta, molto … estensiva. A quasi un secolo dalla nascita delle caramelle Rossana, Perugina anno 1926, ecco che si segue IL trend della crema spalmabile, oggi così marcato. Ma quello che mi rende più scettica è l’uso del nome Rossana. Per cominciare si fa un gran parlare della crema Rossana, spalmabile etc etc, ma in realtà il nome della proposta è La crème Rossana. Da dove viene questo mezzo francesismo? Ma come gli salta in mente? Rossana è una storia tutta e fortunatamente Italiana (abbonando i 30 anni di Nestlé). Che cosa aggiunge dare questo tocco francese?
Il mio scetticismo supremo va però alla decisione di utilizzare il nome Rossana anche per la crema. Per me Rossana è la caramella; vedere che anche la crema si chiama così, e che Rossana diventa il nome di una linea di prodotti, mi fa un po’ male. È come se Nutella facesse dei bon bon con guscio di cioccolato e cuore di crema Nutella, e li chiamasse I Nutella, o semplicemente bon bon Nutella, Cioccolatini Nutella. La Nutella è quella crema lì, mica delle palline o praline. E così per Rossana: è la caramella rossa, non una cosa morbida che spalmi o infili in bocca con il cucchiaio.
In queste operazioni di extension, stretching e nuovi lanci ho una sensibilità tradizionalista: i miti, le icone sono difficili da toccare, e dovrebbero essere rispettati. Certo, sarebbe difficile pensare ad una “evoluzione” non posticcia del nome Rossana, o a un nome per la crema che possa manifestare la sua provenienza in modo adeguato ed efficace. Ad esempio Labello ci è riuscita con Labellino rispettando il brand, i valori, il messaggio. Il risultato italo francese de La Crème Rossana mi risulta un po’ antipatico. Ma sono assolutamente ben disposta verso la crema, e verso il colpo al cerchio e quello alla botte. E accetto che si possa approfittare del valore di un brand forte proponendo sotto il suo cappello qualcosa di nuovo, un po’ lontano come proposta alimentare, experience e occasione di utilizzo, ma molto coerente in termini di ingredienti e promessa. Visto che la nuova crema con il suo nome un po’ uguale e un po’ diverso si tira dietro tutto il carrozzone e dà nuovo impulso alle caramelle e a tutto il brand, allora le perdoniamo tutto.
Ma perche’…?
Non capisco, ero dubbioso sul biscotto ma questa… lo so, sono io che ho molti limiti.
Al primo colpo d’occhio mi sono fatto addirittura ingannare da quel cuore cosi’ Algid..o…
Rossana rientra tra quei prodotti che rappresentano per me la tradizione, la mia ovviamente, Rossana è una finestra spalancata su di un passato che non torna più dalla quale rivivo legami e affetti del tempo che fu.
Rossana non è mai stata una semplice caramella, Rossana era “la Rossa”, la caramella da toccare, torcere, avvitare e tirare ai lati, la caramella con la carta stropicciosamente croccante, la caramella dal gusto diverso avvolta in una carta dalle mille risorse (ottima anche per fischiare…).
Tra le tante caramelle presenti nel cestino Rossana sembrava la stella del palcoscenico, più lunga e slanciata delle altre faceva bella mostra di sè avvolta in quel suo abito rosso e autocelebrativo.
Il target di riferimento per questa crème quale dovrebbe essere? I giovani? Il popolo degli “anta”?
Rossana è un prodotto ricordato con affetto da tanti “della mia generazione” ma poco conosciuto dalle nuove generazioni che potrebbero apprezzare poco anche il suo gusto particolare.
Auguro a questo nuovo prodotto le migliori fortune ma, sulla base di questa considerazione, torvo questa estensione alla crème un po’ forzata, avrei apprezzato maggiormente un’estensione verso un prodotto di nicchia e mirato al target degli “anta”, un esempio?
Una crema da bere leggermente alcolica al gusto della nota caramella, il tutto avvolto da una raffinata bottiglia rossa ovviamente.
Rossana, la caramella da bere!
Ho curiosato in rete e sono rimasto piacevolmente colpito dalla quantità di persone che producono in casa liquori con le caramelle Rossana, un motivo ci sarà…
Crema spettacolare, buonissima e gustosa per chi poi ama le caramelle è un sogno. Meglio di cosi non potevano fare, Sta avendo meritatamente successo, conosco decine di persone che la stanno cercando all’impazzata ma ancora purtroppo on è molto diffusa. 🙂