Si scrive Quomi, in Italia si pronuncia quomi e mette tutta la sua forza in quella Q iniziale, che a detta dei fondatori vuole indicare qualità. Anche io quando devo scrivere “qualità” velocemente in una mappa o in note prese a mano, uso la semplice Q maiuscola. Seguita da O però nel nome Quomi la Q non mi fa pensare a qualità.
Poi noto il .it del dominio, capisco cosa fa Quomi, ed allora immagino che dentro questo nome ci siano soprattutto altri stimoli: cuocere, cuocimi, cucina, cuoco e un deciso riferimento a “me, mi”, che divento protagonista della preparazione di ricette particolari.
Certo Quomi è un nome fresco, anche nel suo simpatico logo e segno verde, che gioca con una lettera poco sfruttata nel branding, la Q. Difficilotta perché vuole essere seguita dalla U, ma sempre più spesso la si trova da sola, in funzione e sostituzione di K o C. L’effetto generale del nome Quomi è un po’ straniante perché non rimanda a nulla di definito e non ha una baseline chiarificante. Il nome ricade però in un’aura di modernità, attualità, giovanilità ed entra anche in una scia tutta milanese di servizi che terminano con il suffisso “–mi”, giocando appunto con il riferimento urbano.
E Quomi è un po’ tutto questo: un’impresa giovane, dinamica, nata a Milano ma tutta italiana e con ambizioni internazionali (i fondatori si sono conosciuti lavorando all’estero in e-commerce come Zalando). Si insedia nell’ambito del food delivery con la particolarità di consegnare gli ingredienti pre-dosati, le istruzioni semplificate e visualizzate, la freschezza, la ricercatezza di ricette studiate da chef stellati, la qualità delle materie prime e dei fornitori selezionati … e il piacere di preparare un buon pasto a casa propria.
COME FUNZIONA QUOMI
Si rivolge a chi ha poco tempo per fare la spesa e per organizzare la sua cucina, ma desidera mangiare bene, con ingredienti di qualità e con risultati speciali. Partnership con Academia Barilla che fornisce a Quomi in esclusiva per l’Italia la sua pasta distribuita solo all’estero, ospitalità a presidi Slow Food, contatti con chef e tanta energia fanno di Quomi una realtà gustosa, nata come start up nel 2014 ma molto intraprendente.
Si sceglie la ricetta, si prenota la consegna e Quomi porta gli ingredienti freschi e predosati con il suo box speciale (refrigerato, riciclabile) nelle case. Già, perché un altro stimolo che i fondatori hanno visto nel nome Quomi è home, oltre a cook … insomma, forse un poco evidente ai più, tuttavia il nome Quomi ha varie note di attrazione e simpatia: originale, inedito, alternativo, in bilico tra bisillabo e trisillabo qu-o-mi o quo-mi.
Anche il simbolo è memorabile: rilancia la Q, che per me diventa il laccetto di un cappello di campagna visto dall’alto, un raviolo casereccio, una verdurina a foglia larga, un marchio di garanzia verdolino, una bandiera di freschezza.
AGGIORNAMENTO
Un simpatico feedback del team di Quomi conferma che “il logo nasce con l’idea di stilizzare il sigillo di qualità, mentre il colore verde vuole trasmettere naturalezza e freschezza … il tutto nasce in una bella sessione di brainstorming tra noi tre soci fondatori una domenica invernale nella nostra (all’epoca) casa di Berlino”. Grazie ad Andrea Bruno.