“It’s simplified. It’s modernized and optimized for relevance in an increasingly digital world” dichiara Cindy Chastain, head of Mastercard’s customer exp. & design. E infatti il logo è di grande impatto visivo, altamente spendibile su mobile e tablet e in una linea di continuità con le versioni precedenti, l’ultima però risale a 20 anni fa.
Rimangono le due sfere ma con colori più caldi e più visibili su fondo bianco o nero, rimane la loro intersezione ma senza cuciture; il nome però viene buttato fuori e rimpicciolito. E non gli capita solo questa disgrazia … Infatti perde anche le maiuscole passando dal nobile MasterCard al più terra terra “mastercard”. Cambia anche il font che ora si ispira a quello più tondo della versione del 1979. Una benedizione dice chi lo ha studiato, perché rinforza la circolarità delle sfere, persino nella M e nella T. Sarà forse per questo che si è persa la maiuscola?
Non credo alla storiella della maggior familiarità e vicinanza, grazie ad un nome di marca con l’iniziale minuscola. Trovo invece facilitante la perdita della maiuscola C all’interno del nome, come se mettesse il punto ad un processo che allontana Mastercard dalle altre carte con nome X più Card. Si integra meglio “card” nel nome, ma si ottiene la disintegrazione del nome dal logo con puri fini di pulizia e riconoscibilità del logo, e per sembrare più aggiornati con le tendenze attuali. Un minimalismo che un protagonista come Mastercard, con un brand e un nome conosciuto a livello planetario da decenni, dovrebbe pesare bene.