Un nuovo prodotto con un nome che non lavora in modo efficace per farsi notare e per far notare il prodotto, un po’ perché contiene la parolina yogurt che trattandosi di yogurt produce quasi una tautologia, un po’ perché è un nome serio e celebrativo che non fa scattare scintille.
Il nome fa fatica ad affermarsi anche tra gli addetti ai lavori, ed infatti compare indifferentemente con e senza articolo nelle presentazioni e già questo ci dice che potrebbe essere migliorato. Poi ci parla di arte … un concetto non proprio affine al mondo degli yogurt (economici, veloci, poco seduttivi), ed anche piuttosto lontano dal mondo della marca Danone. La proposta in coppetta al posto del tradizionale vasetto e l’auspicata sovrapposizione all’idea di dessert non giustificano un riferimento così pretenzioso come l’arte, e lontano dai nomi che naturalmente associamo a Danone: Danito, Danio, Dan’up, Danaos (per le ossa), Danacol (per il colesterolo). E’ anche vero che prima o poi le sillabe eufoniche e le radici accostabili a Dan- si esauriranno, però la seriosità e l’intellettualità veicolata dal nome L’arte dello Yogurt rischiano di appesantire un po’ troppo la cremosità e la frutta delle coppette.