Fino alla fine di settembre all’ADI Museo del Design di Milano è esposto il Siluro, insieme ad altri modelli della mitica Lambretta.

SILURO LAMBRETTA ADI MNUSEO DEL DESIGN MILANO

IL SILURO LAMBRETTA

Se Lambretta fa rima con motocicletta, Siluro fa rima con futuro. E il futuro per Lambretta nel 1951 era raggiungere e superare i 200 km all’ora con un 125. È quello che fece il pilota Romolo Ferri grazie alle superbe trovate meccaniche e aerodinamiche del Siluro. Tutto carenato in alluminio, con una forma a goccia d’acqua compressa dal vento, e l’integrazione totale del pilota nell’abitacolo, telaio in tubi e tante innovazioni illustrate in questo ricco articolo della Gazzetta dello Sport.

Ora il Siluro è tornato in Italia, acquistato dalla Fondazione Ferdinando e Luigi Innocenti e dagli eredi della famiglia Innocenti. Da ottobre sarà uno dei fiori all’occhiello del Museo dello Scooter & Lambretta di Rodano (MI).

 

LA LAMBRETTA

Lambretta è il nome della motocicletta della gloriosa Innocenti, azienda nata nel 1933 per commercializzare tubi e strutture tubolari, che con la riconversione post bellica ha puntato sugli scooter ispirandosi ai modelli militari americani, giunti in Italia con la guerra. In risposta alle urgenti necessità di motorizzazione dell’immediato dopoguerra, dal 1947 Innocenti ha sfornato scooter per usi civili per 25 anni.

Il nome Lambretta deve la sua origine al quartiere di Milano in cui si era stabilita la fabbrica, via Rubattino in zona Lambrate. Alla radice Lambr- è stato aggiunto il suffisso diminutivo -etta che ha connotato in modo gentile e femminile il nome. La concorrente Piaggio aveva invece puntato sul nome Vespa anch’esso femminile, ma molto più evocativo: un animale, un suono, il volo, le ali, la leggerezza. Un toponimo contro un insetto, e oltre al nome vari altri aspetti a confronto.

 

IL FIUME LAMBRO

Dal suo canto il nome Lambretta oltre al quartiere ricorda il fiume Lambro, e ancor più da vicino il Lambretto, un piccolo canale che scorreva all’interno della fabbrica. Il nome Lambro, che usa le stesse lettere che ritroviamo nel nome Lombardia e quindi è contenuto in quest’ultimo, è proprio “il” fiume lombardo e della Brianza. Nasce all’Alpe di Piano Rancio e toccando vari centri della Brianza, tra cui Monza, sfocia nel Po dopo 130 km circa.

Ma Lambro e Lombardia hanno origini ed etimi differenti. L’etimologia più plausibile di Lambro è latina, Lambrus “palude” con possibile derivazione dalla radice gallica Lam- che si riferisce ad ambienti paludosi, e che testimonia la presenza celtica in questa parte del Nord Italia. Si ritrovano toponimi simili in zone transalpine che furono territori gallici: Le Lambres, Ruisseau de Lambre, Le Lambre.

Con il boom economico la richiesta di scooter andò in crisi: gli italiani volevano l’automobile, e potevano finalmente permettersela. Nel 1972 il governo Indiano acquistò l’intera catena di assemblaggio della Lambretta, la cui produzione durò sotto la SIL – Scooters of India Limited fino al 1997.

Le foto sono dell’autrice.