A: la prima lettera dell’alfabeto, una pole position che risale a vari secoli Avanti Cristo, quando si sono formati gli alfabeti fonetici a partire dai segni figurativi che fino ad allora avevano rappresentato la forma di comunicazione scritta in oriente (protosinaitico, protofenicio, cuneiforme) e in Egitto (geroglifici).
In origine in queste varie culture per “scrivere” messaggi venivano usate immagini realistiche, veri e propri disegni di oggetti (la casa, il grano, il cammello …) chiamati oggi pittogrammi. Queste immagini si sono progressivamente semplificate ed asciugate fino ad essere sostituite da un segno fonetico che ha perso la funzione rappresentativa, pur conservandone un pezzetto. Nel caso della A, il pittogramma da cui discende è il toro o bue: originariamente nei reperti si vede l’intero animale, poi solo la testa, poi un segno con le corna. Quindi avviene la rotazione dei segni a seguito del riorientamento della direzione della scrittura e le corna diventano le gambe della lettera A maiuscola, e con successivi aggiustamenti si arriva alla forma attuale.
Le lettere del nostro alfabeto sono in genere le iniziali delle figure originariamente rappresentate: il toro, alpu in accadico, aleph in fenicio ed ebraico. Peraltro il toro indicava la forza, l’energia, la potenza: nulla di strano ritrovare questa lettera come segno e simbolo dello stilista Giorgio Armani, visibile nella strategia nominale e in alcune rappresentazioni come la forma in pianta dell’Hotel Armani.
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