KODAK EKTRAA classic is born again. Viene presentato così Ektra il nuovo smartphone Kodak pensato per gli appassionati di fotografia. In alcuni articoli si parla addirittura di camera-phone per sottolineare quanto questo ibrido sia più spostato sul terreno della fotografia. Più che le performance di Ektra, quello che mi nteressa è il suo nome e l’operazione di naming alle sue spalle. Infatti il nome Ektra è identico a quello di una fotocamera lanciata da Kodak negli anni ’40, poi usato per una tascabile.

Un neologismo di due sillabe, molto vicino al termine extra, ma con una fonetica più incisiva e ruvida. Il tutto grazie al nesso consonantico che avvicina suoni duri K/C T R, una combinazione comune nella lingua inglese (Electro-…), inusuale da noi. La vocale A femminilizza il nome e lo colora, giustapponendo un elemento dolce e riposante ad un insieme che suona forte e di impatto ora, figuriamoci negli anni 40 quando la sensibilità ai nomi si stava formando.

Riprendere un nome dal passato tal quale, non è una cosa che apprezzo. E’ comodo, facile, non crea rischi, soprattutto quando si attinge dal dimenticatoio. In questo caso però la ripresa ha un senso perché lo stile di Ektra è proprio vintage, affonda nel passato con una cura che giustifica il revamping e la frase “a classic is born again”. Sono loro a dirlo mica lo nascondono, anzi ci giocano pure.

E poi la forma del device con la gonfiatura laterale, la custodia in pelle da oggetto di antiquariato, che ricorda la prima e storica Ektra. Insomma, un’operazione ben pensata, una classicità riesumata (nel nome e nel design) per dare carattere ad un oggetto nuovo, fashion e tecnologico.

GIRA E RIGIRA …

Ricordo che Kodak ha giocato molto con le sonorità presenti nel nome Ektra. Con una semplice inversione di lettere si ricava Ektar, il nome usato per una pellicola ma che in precedenza, tra il 1936 e fino agli anni’60 era attribuito a delle speciali lenti Kodak per uso professionale. Ektar nacque come acronimo a partire da Eastman Kodak TessAR, dove Tessar è il nome di una lente ottica studiata da un fisico tedesco e molto diffusa nel mondo delle fotocamere, e oggi anche degli smartphone. Inoltre il nome Ektar fu usato in tempo di guerra per speciali obiettivi Kodak adatti a scatti notturni sui territori nemici.

Andando a scavare tra i prodotti Kodak si trova anche Ektachrome, una pellicola a colori molto performante che fa suo il bisillabo Ekta-. Sembra quindi che in Kodak piacesse molto giocare con le iniziali, in particolare con la E di Eastman, cui era facile aggiungere la K di Kodak tanto amata dal fondatore. Si arriva così a nomi certo un po’ simili tra loro ma che possono creare buona riconoscibilità, portando acqua al mulino Kodak.

Che dire dell’effetto sonoro della pronuncia continua Ko-dak-ek-tra … un po’ come i trentatrè trentini che entrarono a Trento, trotterellando appunto!