Il nome è Manifesto, la casa profumiera è Yves Saint Laurent, la campagna è una bella modella con le mani tinte di viola. La prima lampadina che si illumina è per la relazione tra il nome Manifesto e le mani viola della modella con la vernice che cola: hanno in comune il bisillabo mani. Per il resto ci si fa qualche domanda, soprattutto se si legge il payoff “osare è un arte”. Ci si chiede se la modella ci stia invitando ad osare mettendo lo smalto non solo sulle unghie ma su tutta la mano e lasciandolo colare in giro. Oppure l’immagine ci vuole suggerire un legame con la pittura, o si spinge a dire che chi è bella non è solo bella ma può anche provare a dipingere, basta anche solo osare ed è già arte. Mah… Neanche il nome Manifesto fa pensare ad osare o stimola un pensiero audace, soprattutto se lo si confronta con altri nomi di profumi ben più spinti come Mania (Armani), Eros (Versace), Hypnose (Lancome). E a scavare nelle sue radici, si scopre che il termine manifesto deriva da una voce colta latina che significa preso per mano, e che poi è diventato preso sul fatto. Chissà che allora questo nome e le mani viola non vogliano indicare l’essere presi con le mani nel sacco. La cosa che resta più in mente vedendo la campagna pubblicitaria sono le mani viola … forse un’esca per aiutare a ricordare il nome Manifesto, così poco associabile all’intrigante mondo dei profumi.