Manca poco per le prime uscite del nuovo marchio editoriale Gramma, annunciato da Feltrinelli già a fine 2023 e ora pronto su tutti i fronti, quello interno con grandi nomi nei ruoli chiave e quello esterno con autori di tutto rispetto. Gramma, il nome scelto, denota un’attenzione puntigliosa al valore della scrittura e del segno. Queste le parole del direttore Giuseppe Russo in un‘intervista al Corriere della Sera: “Il nome Gramma è un omaggio alla potenza della scrittura, la cui invenzione è, secondo Benveniste, un ‘atto fondatore’ della nostra civiltà, attraverso il quale la lingua cessa di essere un semplice strumento di comunicazione e diventa un potente mezzo di riflessione, immaginazione e invenzione. Gramma nasce per dare voce alla scrittura così fatta, lontana dunque dal frastuono della comunicazione odierna, dagli infiniti messaggi da cui siamo quotidianamente bombardati. Cercherà, perciò, di pubblicare i libri in cui si annunciano i diversi mondi nuovi della riflessione, dell’immaginazione e dell’invenzione che emergono nella nostra contemporaneità e, a un tempo, le opere che, dal passato, ci parlano ancora”.
UNA PAROLA UN PO’ PESANTE
Un obiettivo ambizioso, espresso con un nome ricercato e non facile. Ai non latinisti e grecisti il nome fa pensare a grammatica e grammo; ricordo che alle medie si diceva proprio “gramma” per riferirsi alla lezione o ai compiti di analisi grammaticale.
Gramma come nome risuona un po’ anomalo: la tentazione di concluderlo aggiungendo il suffisso “-tica” è forte, ma sviante. Si è anche tentati di mettergli qualcosa davanti: telegramma, diagramma, ideogramma, programma. Preso così si avvicina a dramma, grama, gamma, a grande-mamma, e l’inglese parlato ha qualcosa di molto simile: grandma, grammy per abbreviare grandmother. Considerato nella sua sola veste fonetica il bisillabo gram-ma ha una forma pesante, voluminosa, goffa: è fatto di una pasta consistente, che ti schiaccia.
GLI ASPETTI ETIMOLOGICI
Seguendo le fonti etimologiche si fanno sempre belle scoperte: il greco grámma deriva da graph-ma “lettera, linea, segno inciso e incavato” che prende origine da grapho “incido, scrivo”, da cui derivano sia grammòs “l’azione di scrivere”, parola di scarso uso e di tarda testimonianza, sia gramma usato soprattutto al plurale grammata, ed anche “graffio”. Sembra quindi che il termine grammo diffuso dal 700 grazie allo sviluppo delle scienze, condivida la stessa origine di grámma. Grammo è l’unità di peso corrispondente alla ventiquattresima parte dell’oncia, probabilmente chiamata così perché era un segno inciso sulla stadera, si racconta in un testo di epoca bizantina (collezione GP Geoponica) citato in testi successivi.
Segno, incisione, lettera, grafema, sono tanti riferimenti che riempiono di senso la scelta di questo nome per un marchio che vuole dare importanza alla scrittura, allo scrivere bene, quello scrivere che può lasciare un segno.
L’IMPRINT
Una curiosità: Gramma è presentato come un imprint di Feltrinelli. Scopro che il termine inglese imprint non ha un corrispettivo in italiano, e viene usato per indicare un marchio editoriale che è a metà strada tra una casa editrice e una collana. Ed infatti Gramma non è una nuova casa editrice ma nasce all’interno di una casa editrice (Gruppo Feltrinelli), e non è una semplice collana ma ha un team di professionisti dedicato per la redazione e per la comunicazione.
Le immagini sono prese dai siti del gruppo.