Ho visto un film il cui titolo è stato tradotto in Italiano con 50 primavere, ma che nella versione originale francese è “Aurore” il nome di battesimo della protagonista, la bravissima Agnes Jaoui.

Il film è proprio gradevole, e il titolo italiano è inequivocabile nel dichiarare il tema: una donna di 50 anni alle prese con gli eventi e i cambiamenti legati ai fatidici 50. Anche il titolo originale è esplicativo, ma lo si capisce meglio alla fine del film. Oppure sono solo io a dare questa lettura: Aurore, Aurora, come a sottolineare il momento fresco e colorato di qualcosa che nasce o sta per iniziare, anche a 50 anni. Nel film il nome Aurore della protagonista viene addirittura negato e cambiato dal nuovo datore di lavoro grezzo e insensibile, che ri-battezza tutte le sue dipendenti, affibbiando a ciascuna un nome diverso e più trendy.

Sentimenti, paure, menopausa, difficoltà a lavorare in un contesto cambiato, testosterone, riserva ovarica, vecchi compagni di classe, ginecologi, figlie che partoriscono, case che bruciano. Tanti temi, alcuni aspettati altri iperbolici per raccontare i (favolosi ) 50 di Aurore. E tra i vari caratteri della protagonista ne salta fuori uno che mi è piaciuto molto: il suo talento nell’indovinare subito di quante lettere è composta una qualsiasi parola. Aurore in un baleno sa dire quante lettere ci sono in parole anche molto lunghe, e questo più che per lei, è motivo di attrazione e curiosità per i suoi amici.

Questo “talento”, buffo, anomalo, pittoresco mi fa pensare ad una mia attitudine: quella di individuare le radici e i suoni particolari delle parole, isolarli e giocarci creando con facilità neologismi e combinazioni inusuali. Mi viene spontaneo immaginare al volo alterazioni, abbinamenti di parti, rime, fusioni, soprattutto se i suoni si prestano a giochi bizzarri o evocativi. È una cosa che spesso non mi rendo conto di fare, e me lo fanno notare gli altri quando lo faccio ad alta voce, magari vedendo scritta una parola che si usa poco, un fonema particolare, una combinazione di suoni che mi invita all’azione o alla storpiatura. Come il talento di Aurore, anche questa mia attività non serve a molto, ma tiene allenati i neuroni e rinfresca le sinapsi!