Si avete letto bene, c’è un po’ di tè nelle due parole cock-te-il e Mar-tea-ni proprio quando sembra sia tornata la moda dei drink alcolici con il tè come ingrediente speciale. Non un vero e proprio tè corretto, ma un cocktail corretto con tè nelle sue varianti nero, bianco, verde o anche affumicato se si usa il pregiato tè cinese Lapsang Souchong. Anche Twinings propone ricette di cocktail con tè.
Caldi o al ghiaccio, i cocktail con il tè sono stati lanciati dai barman inglesi come mix con gin, rum, vodka, tequila, whisky, brandy, Disaronno, Grand Marnier, ma anche acqua tonica e agrumi.
Chissà se questo gusto trendy per i cocktail con tè stimolerà le aziende a creare nuovi prodotti a livello industriale (con nomi originali) o se i nuovi cocktail rimarranno dominio dell’artigianalità e dell’arte dei singoli barman.
La sillaba “tè” si presta a vari trasformismi e inclusioni. Per la lingua italiana la forma grafica corretta è tè, non “thè o thé” e deriva da una pronuncia (propria di Cina meridionale e Taiwan) di un particolare carattere ideografico cinese. Da una pronuncia leggermente diversa dello stesso carattere diffusa nei dialetti settentrionali e nel cantonese, deriva la lettura cha / chai che è stata poi assorbita da altre lingue (giapponese, persiano, arabo, turco, russo, portoghese …).