Cecille, Lentille e Legumotti: cosa hanno in comune questi nomi, oltre al fatto di essere nati in casa Barilla Mulino Bianco? Sono neologismi con una struttura semplice: una radice descrittiva e un suffisso. La radice descrittiva è quella del sostantivo generico. In questo caso abbiamo due legumi, ceci e lenticchie e il terzo nome prende origine dallo stesso nome di categoria “legumi”.

 

Il mio regno per un suffisso

Se immaginiamo questi nomi come delle persone, con Cecille e Lentille potremmo conversare amabilmente. Con i Legumotti invece si preannuncia uno scambio faticoso con un linguaggio un po’ pomposo. Queste suggestioni sono sostenute dalla valenza iconica dei suoni, che connota la percezione di ogni parola al di là della semantica. Il suffisso -otti è pesante e tronfio, e si presta poco a individuare il prodotto, chicchi fatti da farina di legumi al 100%. Per avere un riscontro potente del valore iconico e fonosimbolico, sostiamo un momento sul termine “chicchi”. La vocale I suggerisce piccolezza e minutezza ed è l’unica vocale presente nel nome, mentre il suono KI fa pensare a qualcosa di duro e solido.

-otti / -otte

Legumotti invece è un nome che suggerisce dimensioni ampie. Alla mia fantasia evoca un fagiolone (il borlotto!) o comunque qualcosa di grande e impegnativo, mentre il prodotto è sminuzzato e piccolino. Il nome Legumotti introduce un prodotto pionieristico e visionario.  Il concetto di chicchi di legumi richiede un’adesione forte perché bisogna accettare i legumi in una forma diversa dal solito. La scelta di Barilla di usare un nome semplice che si appoggia sul termine generico è stata buona. Buono anche il fatto di renderlo familiare con un suffisso simpatico, tuttavia è proprio  –otti che non porta nella direzione giusta. Ne ho già parlato a proposito del nome Gallotte per le gallette di riso Gallo.

LEGUMOTTI BARILLA

-ille / -ini

È più fresco e simpatico il suffisso –ille in perfetta continuità con lo stile dei nomi Mulino Bianco per quanto riguarda gli aspetti formali (l’uso di vezzeggiativi e diminutivi come Tarallucci, Nascondini, Molinetti). Riguardo il significato i nomi Cecille e Lentille danno evidenza all’ingrediente valorizzante. Sono però meno evocativi e immaginifici rispetto ad altri nomi come Galletti (un animale, non l’ingrediente), Macine (l’oggetto), Campagnole (il territorio).

I tre prodotti lavorano su un consumo alimentare in grande crescita, quello dei legumi, considerati favolosi sotto tanti aspetti. Adesso li troviamo alla base di alimenti insospettabili qualche anno fa: la pasta fatta con farina 100% di legumi, i biscotti, ed anche le bevande (il latte di soia). L’etimo del termine legume non è certo: di sicuro nasce dal latino legūme(n) e potrebbe derivare da lēgere “scegliere”.

L’immagine in evidenza è tratta dal sito HorecaNews che ringrazio.