Se ne parla da un po’ ma in questi giorni sta facendo il botto: BYD, astro non nascente perché emette luce da anni, la sta facendo vedere grigia a Tesla e a tutta l’industria dei veicoli elettrici.

 

UNA STORIA DA CONSIDERARE

Arrivato in Italia dal 2023, BYD è al primo posto in Europa per la vendita di auto elettriche, e anche a livello globale è diventato il primo produttore con il maggior numero di auto elettriche vendute nei 70 paesi in cui ha messo piede.

BYD viene dalla Cina, Shenzhen, un’area che ha goduto di forti incentivi da parte del governo per la produzione di veicoli elettrici. In più: manodopera a basso costo e in quantità, una storia aziendale forte nella produzione di componenti e tecnologia, una grande capacità di tagliare i costi. E così le auto elettriche BYD hanno prezzi pari alla metà, a volte anche ad un terzo rispetto alle concorrenti elettriche. Il design non ha nulla da invidiare ai modelli internazionali, e sulle piccole e grandi magagne si chiude un occhio, contenti per il prezzo veramente basso dell’automobile.

In attesa di misure che possano contenere l’avanzata di questo brand, arrivano i nuovi modelli sempre più grandi e prestanti, e ora anche un SUV.

 

ALL’ORIGINE ERANO BATTERIE

BYD Company è nata in Cina nel 1995 come azienda produttrice di batterie per telefoni cellulari e pc portatili. Grande determinazione e audacia nel riprodurre la tecnologia dei concorrenti, come ad esempio Sony, hanno aiutato il giovane fondatore Wuang Chuanfu a proporre modelli innovativi ed economici e a diventare il maggior fornitore dei big di allora: Motorola, Nokia, Apple, Samsung.

Nel 2003 l’acquisizione di Tsinchuan Automobile, un’azienda statale in crisi, con relative licenze, apre le porte del mercato automobilistico. Il primo modello BYD, la F3 esce nel 2005 e, si dice, è praticamente identico alla Corolla Toyota, dentro e fuori. Poi arrivano altri modelli e grazie alla capacità di produrre tutto internamente e alla specializzazione sulle batterie ricaricabili, le automobili BYD diventano un riferimento per chi vuole un’auto elettrica o ibrida, a basso costo.

Oggi BYD è un brand affermato in vari settori: quello automobilistico con automobili, bus e camion, quello ferroviario, quello delle energie rinnovabili e quello dell’elettronica, e si impegna a fornire soluzioni energetiche che riducono la dipendenza dai combustibili fossili. Il suo fondatore è diventato miliardario ed è tra i 10 personaggi cinesi più ricchi. (Fonte Forbes).

BYD Build Your Dreams Interni

MA QUESTO NOME?

BYD è una sigla che genera due riflessioni. A differenza di quasi tutte le sigle di settore industriale, e di quelle automobilistiche nello specifico, le lettere che la compongono non sono le iniziali di termini generici come FIAT Fabbrica Italiana Automobili Torino, BMW Bayerische Motoren Werke che significa “Fabbrica Bavarese di Motori” e SEAT Sociedad Española de Automóviles de Turismo, che si traduce con “Società Spagnola di Automobili da Turismo”.

BYD sta per Build Your Dreams. Non c’è nulla di basico o generico o automobilistico dietro e dentro queste 3 lettere. C’è invece un volo nell’emozione, nel desiderio, nell’energia vitale. Costruisci (tu) i tuoi sogni, dai loro una forma reale, metti la base per edificarli; e poi parla di sogni al plurale. Il tiro è alto, e la scelta di una sigla (va be’) che invoca la concretizzazione dei sogni, è prorompente. E anche fastidiosa per la sua malizia e spregiudicatezza. Ma almeno c’è un contenuto e un messaggio, anche se ostruito dal formato “sigla”.

Il secondo tema è che questa sigla cela un contenuto in inglese. Si è portati a pensare che questo nome come lo vediamo oggi sia nato insieme all’azienda. Invece non è così. Quando è nata nel 1995 come azienda di elettronica specializzata in batterie ricaricabili si chiamava Yadi Electronics,  亚迪电子 usando banalmente il nome della strada Yadi del distretto in cui fu fondata l’azienda. Successivamente fu aggiunta la prima parte Bi per rendere più distintivo il nome. L’insieme all’origine aveva poco significato. Solo nel 2008 si è dato un corpo alla sigla che è diventata un backronimo, cioè un acronimo a posteriori. Partendo dalle sue tre lettere si sono trovate delle parole di senso che avessero come iniziale B Y e D. La formula Build Your Dreams è entrata così nell’identità nominale del brand. Quindi da un nome originario si è giunti ad una sigla arbitraria, che è stata riempita di senso con una frase ad effetto. Un buon intuito quello di Wuang Chanfu, laureato in chimica ma con il pallino delle batterie e una grande visione, quando neanche trentenne fonda la società aiutato da un cugino.

Wuang Chanfu

IDEOGRAMMI

I caratteri cinesi con cui viene scritto il nome del ramo automobilistico sono 比亚迪汽车 e si leggono Bǐyàdí Qìchē. La prima parte 比亚迪 [Bǐyàdí] è la traslitterazione delle lettere BYD, mentre gli ultimi due ideogrammi 汽车 [Qìchē] significano “automobile” o “veicolo a motore”. Quindi la traduzione completa di 比亚迪汽车 è “BYD Auto”.

Fuori dalla Cina e dai paesi asiatici la sigla BYD si legge all’inglese separando le 3 lettere: bi-way-di. Il nome scorre veloce, e con la modesta (è pur sempre una sigla) livrea occidentale sembra voler celare la sua origine orientale, che naturalmente è ben nota. Non che gli imprenditori cinesi non possano scegliere, creare, registrare nomi inglesi o italiani o africani per le loro imprese.

L’immagine principale è presa da un video Quattroruote; la foto del fondatore è su Wikipedia.org