Identità Golose 2023 con i molti brand presenti è stata anche una panoramica di stili di naming e risultati interessanti ed anche bizzarri.
I NOMI COMPOSTI
Si comincia con i nomi composti da due termini come Riso Buono, un nome auto esplicativo ed elogiativo, Planet Farms che offre insalate ed erbe da agricoltura verticale, Contadi Castaldi per vini e spumanti con un nome che vuole creare l’atmosfera di una campagna antica.
LE FUSIONI DI TERMINI
Tante “fusioni” o blend, ovvero nomi che giustappongono due termini alla ricerca di una maggiore originalità come ToscoBosco tartufi dalla Toscana, SIlikoMart prodotti in silicone con in più il cognome del fondatore. Olitalia e Agrimontana sono altri nomi nati da fusioni, che all’orecchio risultano semplici e diretti. Alcune fusioni sfruttano un tratto in comune, una sillaba o a volte una sola lettera. E allora abbiamo Deliveristo, fornitori per la ristorazione, L’Artemano che propone salumi come una volta, e i simpatici prodotti Planet Farms: Yummix (mix di insalate) Lattugood (lattughino biondo), Rucool (rucola), Pestooh (pesto di basilico).
LE ALTERAZIONI
Altri nomi più rocamboleschi sono Qodeup che propone servizi di pagamento del conto al ristorante tramite QR Code e sposa malamente Q e Code. Sempre la Q è protagonista provocatoria del nome Roboqbo, che presenta processi e macchinari per la trasformazione dei cibi. E la ritroviamo anche nel nome TikToque, dove almeno non perde la sua sorella U.
All’interno di questa tipologia di nomi che forzano le sillabe e propongono giochi fonetici, quello più ricco è il titolo di un libro di ricette di Niko Romito: Unforkettable. Ha dentro di tutto: la fochetta / fork, unfogettable e la sua suggestione struggente, la K di Niko, la provocazione di ciò che si presenta come “inforchettabile” ed anche table/tavola.
SIGLE E NOMI LATINI
Non mancano le sigle, soprattutto se si tratta di consorzi o enti: IVSI Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, HQF High Quality Food, AF Appennino Food (truffles), OIRZ Origine Italia Residuo Zero (filiera agricola certificata). Le sigle celano i termini di base di un settore. A volte sono utili, spesso non rimangono in mente e non creano distintività. Quest’ultima funzione è svolta invece da nomi classici, che ad Identità Golose è vestita da istituti di formazione, come In Cibum scuola di alta formazione gastronomica, e Alma la scuola internazionale di cucina italiana.
I PATRONIMICI
E naturalmente tanti cognomi: vini Berlucchi, gin Cillario & Marazzi. Alcuni sono più fortunati come pasta Felicetti, pasta Benedetto Cavalieri, Caseificio Gennari che ha una bella risonanza fonetica con le G e le N di Parmigiano Reggiano. Il nome dell’aceto balsamico di Modena Giuseppe Giusti sfoggia una bella allitterazione della sillaba Gius-. Altri patronimici sono meno felici: Coati (salumi), Molini Fagioli (farine). Chiudo con il nome e cognome di uno chef, che la dice lunga sulle ambizioni dei genitori, a meno che non sia un nome d’arte e quindi scelto dal suo “proprietario”: Massimo Piccolo.
Quelli citati sono solo alcuni dei brand presenti, quelli che hanno attirato la mia attenzione. A questo link sono riportati tutti, con brevi descrizioni del prodotto o della loro storia.
Le foto sono dell’autrice.