Vintage: “Un attributo che definisce le qualità ed il valore di un oggetto prodotto almeno vent’anni prima del momento attuale …” (Wikipedia). E’ passato più di un anno dal lancio della collana economica Vintage, una iniziativa editoriale che vede riunite quattro case editrici per pubblicare ad un prezzo ridotto i titoli di maggior successo della stagione precedente. Vintage è un nome particolare, di forte impatto e ricco di significati che però non sembrano adattarsi così a pennello a questa iniziativa. I titoli selezionati sono infatti i best seller di recente uscita, che vengono riproposti in edizione più economica e bollinati con il marchio Vintage e una fascetta d’oro sulla copertina. Però il termine Vintage nell’immaginario comune stimola a pensare a qualcosa di tanti anni addietro, un recupero di cose che si usavano tanti anni fa (speso in un’altra epoca), prodotte secondo standard qualitativi ed estetici superiori agli attuali, e che acquisiscono nuovo valore per il fatto stesso di essere un recupero dal passato. E i titoli inseriti nella collana Vintage delle case editrici Rizzoli, Adelphi, Marsilio e Bompiani sono troppo recenti per far pensare ad un classico di annata, insomma a qualcosa di vintage.
Sicuramente nell’intenzione di chi ha battezzato la collana c’era il recupero del significato originario del termine Vintage che deriva dal francese antico vendenge (a sua volta derivante dalla parola latina vindēmia) indicante in senso generico i vini d’annata di pregio … Quindi il concetto di “annata migliore”, cui si aggiunge il senso di “oggetto di culto, selezionato”. Certo che una edizione economica, meno curata, più fresca che “antica”, tradisce i valori e il sapore vintage che vorrebbe possedere.
Più funzionale invece il nome scelto dal Gruppo Mondadori per una iniziativa analoga, Numeri Primi, che sebbene rievochi un titolo di grande successo (peraltro inserito nella collana) fa pensare ai libri che hanno i numeri giusti, che sono arrivati primi, che hanno fatto grandi numeri (di vendita) e sono anche un po’ speciali, come in numeri primi algebrici che sono divisibili solo per 1 o per se stessi.