Si chiamava Astoria ed era una sala cinematografica di Milano, con un nome altisonante da Plaza Hotel, da Waldorf Astoria, da London Astoria. Ora in modo un po’ guittesco è diventato ’A Storia (di Fresco e Cimmino) alla napoletana, come fosse Tutta nata (un’altra) storia.
Sono belli i giochi di parole quando sono efficaci: in questo caso viene tirato in ballo il dialetto napoletano, e a me che ho origini meridionali rimane un bel gusto in bocca. Il volo un po’ pindarico nel senso, viene rinforzato dalla frase sotto il nome, che fa da sottotitolo – pay off: si cucine cumme vogl’i …. = si cucina come voglio io.
Io sorrido, perché questa spregiudicatezza un po’ mafiosetta è simpatica. Non so voi. E alla fine chiudo il cerchio: Astoria l’antico nome della sala presta gli onori ad ‘A Storia. Rimane l’insegna originaria ma il soggetto diventa la Storia, che vede allontanarsi l’iniziale A, che a sua volta diventa articolo – penso – indeterminato napoletano: “ Na Storia”.
E la nuova vera Storia è questa: “la cucina come piace ammé”. Che Storia.