Niente da fare … speravo di trovare qualche informazione più saporita della solita storiella sul nome Spotify, ma non ho scoperto nulla se non appunto che il nome è venuto fuori per caso, forse per errore. Ecco le parole di Daniel Ek uno dei fondatori “Siamo piuttosto imbarazzati dall’ammettere che non c’è nessuna storia curiosa dietro la parola Spotify. Retrospettivamente potremmo pensare all’unione delle parole Spot e Identify”. “Io e Martin (Lorentzon, l’altro socio) ci trovavamo in due differenti stanze, alla ricerca di un nome adeguato. Ad un certo punto Martin urlò un nome, ed io capii “Spotify”. Con sorpresa, quella parola non esisteva in Google, così decidemmo di registrarla come nome e dominio della nostra società.” (Per inciso anche il nome Google ha una sorta di errore nell’armadio … ne parlerò in un altro post).
Spotify è uno dei servizi di streaming musicale più utilizzato al mondo; è stato sviluppato a partire dal 2006 a Stoccolma, ed è arrivato in Italia nel 2013. Spotify è un nome attuale che ha contribuito ad affermare la moda nominale della terminazione in –fy, che ritroviamo in molti tecno-nomi di questi ultimi anni.
Non ritengo il nome Spotify così azzeccato per un servizio legato alla musica: la prima associazione semantica che il nome suscita ad un utente italiano va nella direzione del linguaggio video, degli spot pubblicitari, al massimo delle clip. Inoltre il termine inglese spot si porta addosso altri significati – da macchia a brufolo – che è quasi meglio rimanere sul piano pubblicitario. La presenza del morfema –fy come suffisso indica un’azione, e in uno stravagante italinglese potrebbe diventare “Spotificare”, come a dire “facciamo spot”.
In realtà uno dei tanti filoni di senso del termine spot è anche “individuare, riconoscere, avvistare, osservare (to detect, to see)” che potrebbe essere più in sintonia con la fruizione del servizio.
Ad ogni modo il nome Spotify è ritmato, fresco e musicale dal punto di vista fonetico: parte in modo forte e assertivo con la prima sillaba scoppiettante “Sp/ot” e si addolcisce man mano. Insomma è bello da pronunciare, ha un logo che aiuta a definire il contesto, e non sembra che le sue naturali associazioni abbiano penalizzato il servizio.