Parlo raramente di loghi in questo blog dedicato al brand naming e al verbal branding. Quelli mostrati nell’articolo del link sono interessanti perché mostrano giochi furbi costruiti tra le lettere, con le icone e i vari aspetti grafici.
Non sono d’accordo con il titolo dell’articolo che parla di messaggi nascosti e risveglia i mostri del subliminale e dei persuasori occulti di Packardiana memoria. La maggior parte dei giochi dei loghi (che incrocio linguistico!) sono ben esibiti ed arricchiscono in modo naturale e giocoso il messaggio visivo.