Succede in questi giorni, e non si tratta di un nome di prodotto, ma del nome del tredicesimo presidente della Repubblica. Dopo un “lunedì surreale” come Aldo Cazzullo ha definito la prima giornata di votazioni, si torna nella “tonnara”, altra associazione che mi è molto piaciuta, riferita alla giornata di ieri, e che è di Fabrizio Ronconi.

 

SERVE UN NOME

In questi giorni il tema del nome (del presidente) si profila come un evento epocale, necessario, fondante. Assume quasi sfumature ontologiche, che però non ci portano nella direzione del naming, inteso nella sua natura commerciale. Due parole sui nomi propri sono il mio contributo a questo evento.

Per non scivolare su un terreno politico e parziale, mi limito a due nomi “presidenziali” che ovviamente rimbalzano sul media: quello dell’attuale presidente della Repubblica e quello dell’attuale presidente del Consiglio. Nei titoli dei giornali si parla di “nomi” ma naturalmente ci si riferisce ai cognomi, e in verità alle persone, alle figure, ai loro ruoli e alle loro storie, politiche e non.

 

COGNOMI CONSISTENTI

Mi soffermo poco sui cognomi di entrambi i presidenti che sono solidi e trasudano immagini forti già di per sé. Mattarella può derivare dal latino màtara “giavellotto”, o da altri etimi più collegati al territorio siciliano. Draghi è la diretta prosecuzione di un nome proprio medioevale, Drago / Dragone che deriva con buone probabilità dalla radice sanscrita darc “vedere”. Ha assunto però il senso di “mostro, mostruoso”, tanto che si incrocia con attributi dati a fenomeni atmosferici turbolenti come tempeste, venti e frane: dragunara in siciliano, travunara in calabrese, darvèn in Emilia.

 

NOMI PROPRI ANTICHI

Ma veniamo ai nomi propri. Sergio è di origine latina e significa “amministratore”, “guardiano”, “custode”. Fu il nome di una casata patrizia romana i cui antenati venivano dalla campagna, e l’attributo sergio si riferisce con tutta probabilità al capostipite che era guardiano di armenti. Un’altra fonte fa derivare il nome Sergio e la tribù Sergia sempre dalla campagna, ma con il significato di “seminatore”.

Mario a differenza di quello che sarebbe naturale pensare, non è il maschile di Maria ma vanta un’origine assolutamente italica. È collegato all’etrusco e deriva da maru, una carica pubblica forse sacerdotale. Può anche darsi che significhi semplicemente “uomo”, ”maschio” facendolo derivare dal celtico Mar poi latinizzato in Marius, cognome della gens Mària. Lo si ritrova a partire dal II secolo A.C..

Ogni riferimento alle cariche pubbliche e alle funzioni attuali rivestite dai due presidenti è puramente nominale! Rimaniamo in attesa di conoscere il nome del nuovo presidente, e il suo (del nome) contenuto di comunicazione.

L’immagine è presa da Il Fatto Quotidiano, 3 febbraio 2021.