Come ogni parola della lingua, anche i cognomi hanno una storia, un’origine, un significato; non sempre è facile rintracciarlo, e spesso si rimane sul terreno delle ipotesi.
Il cognome Pisapia, molto concentrato nell’area salernitana ma poco presente nel resto d’Italia, prende origine quasi certamente dal termine Pisa, cui si aggiunge la desinenza pia per generare una forma dialettale o un soprannome. La pratica di rendere cognomi i nomi di città è molto diffusa già dal XII secolo in tutta la penisola. Alla base del toponomastico Pisa si trova il latino pisae-pisarum con il valore di “estuario” oppure Il greco pisos che significa “luogo irrigato”, “terra bagnata”. In ogni caso Pisa si riferisce ad un idronimo ed ha a che fare con le acque.
Per il cognome Moratti il punto di partenza è l’etnico maurus “abitante dell’Africa settentrionale” e, in senso figurato “persona di pelle o di carnagione scura”. Dal latino maurus si passa così a moro, che già nel Medioevo aveva assunto il nuovo significato di “saraceno”, appartenente alle popolazioni di religione islamica del Mediterraneo. Il ceppo cognominale Moro con le sue numerosissime varianti Morelli, Moretti, Moroni, Morasso, Morasco, Morese … è tra i più rappresentati in Italia. La forma cognominale Moratti è tipica delle Venezie.
Al motto della campagna per Pisapia “il vento cambia davvero”, si deve aggiungere forse anche la forza dell’acqua insita nel suo cognome, che irriga e rende fertile la terra. Per Letizia Moratti invece, le risorse vanno trovate in quei paesi lontani del sud del mondo, avvertiti però nella storia antica (e presente) come minacciosi.