Scrivendo l’articolo sulla mostra NOw/here mi sono venute mille curiosità sull’HangarBicocca. È un luogo pazzesco che raccoglie il passato e il presente di una ex zona industriale di Milano, che negli ultimi 20 anni ha nuovamente cambiato faccia. Le tracce però rimangono; in primis e in modo naturale nei nomi che fissano l’origine, intrecciano le eliche del DNA e diventano memoria. Ma oltre ai nomi e ai toponimi, rimangono nelle strutture, nei fabbricati, nei manufatti di archeologia industriale che trasudano storia, battaglie, fatica.
PIRELLI
Il primo opificio Pirelli era nella zona dove oggi c’è il grattacielo Pirelli per noi milanesi Il Pirellone. Già nel 1907 gli spazi milanesi non furono più sufficienti e l’azienda si spostò in zona Bicocca, un’area a nord ovest di Milano. La storia dell’azienda e del brand è raccontata nei paragrafi di questa ricca voce Wikipedia.
Sottolineo alcune svolte. Pirelli fu fondata a Milano nel 1872 dall’ingegnere Giovanni Battista Pirelli per produrre oggetti in caucciù vulcanizzato: tele gommate, cinghie di trasmissione, manicotti e raccorderie in gomma. Poi introdusse le gomme per biciclette e motociclette e con l’avvento dell’automobile, pneumatici. Tra le diversificazioni sono da segnalare i cavi in fibra ottica.
Nel 1922 Pirelli fu tra le prime aziende italiane ad essere quotata alla Borsa di Milano. Seguirono decenni movimentati che hanno portato l’azienda ad essere tra i principali operatori mondiali nel settore degli pneumatici, con una presenza in 160 paesi. Non posso non ricordare il glorioso calendario Pirelli e la forza di alcune campagne di comunicazione del brand.
Sosto sul cognome Pirelli, che non ha un’origine univoca. Potrebbe derivare da pero/pera e dall’albero delle pere, quindi dal sostantivo latino pirus/piri/pirum. Questa radice ha generato un’infinità di varianti cognominali, come Péri, Piredda, Depero, La Pira. Un’altra possibile origine è data dalla modificazione dialettale del nome Piero; tracce di questa cognominizzazione si hanno nel Salento già nel 1600 con Vincenso Pirelli, primo barone di Neviano (LE). Non si esclude neanche una relazione con Piras “fuoco”.
BICOCCA
Significa “roccaforte o castello di modeste proporzioni posto in un luogo elevato”. La Bicocca di Milano deve la sua nascita alla famiglia Arcimboldi di Parma, che nel 1450 costruì la sua dimora di campagna a 5 chilometri dalla Milano di allora. Era nota come La Bicocca degli Arcimboldi, e a inizio ‘900 ospitò i primi esperimenti di scuola all’aperto per bambini di salute cagionevole. Nel 1918 fu acquisita dalla famiglia Pirelli, che possedeva già alcuni stabilimenti nella zona, e la utilizzò dapprima come sede del museo della gomma e scuola materna, successivamente come sede di rappresentanza.
HANGAR
HangarBicocca è oggi una fondazione no profit. Nata nel 2004 per opera di Pirelli dalla riconversione dell’originario stabilimento, ha conservato i suoi caratteristici spazi, utilizzandoli con una nuova funzione. Ospita infatti mostre di arte contemporanea italiana e internazionale ed è tra gli spazi espositivi a sviluppo orizzontale più grandi d’Europa. I suoi 15.000 metri quadrati si articolano in 3 grandi ambienti che hanno conservato le caratteristiche industriali delle origini: lo Shed costruito all’inizio del 900, le 3 Navate costruite nel 1955 che contano 95.000 metri e 30 metri di altezza, e il Cubo aggiunto nel 1963. A queste oggi si sommano spazi minori e un’area esterna.
Il termine hangar deriva dal francese sulla base del franco/germanico haimgard “recinto annesso alla casa”. Haimgard combina haim da cui home “casa” e gard da cui yard/garden “cortile”. Il termine è poi passato ad indicare una rimessa, un capannone, e in particolare una aviorimessa.
BREDA
La storia dell’hangar è legata alla Breda, società metalmeccanica fondata nel 1886 dall’Ingegnere padovano Ernesto Breda che dal 1903 trovò la sua sede nel quartiere Bicocca. L’azienda cominciò producendo carrozze ferroviarie, locomotive, caldaie, macchine agricole, autocarri. Con il primo conflitto mondiale introdusse anche aerei e materiali di impiego bellico, come proiettili e armi.
Il cognome Breda deriva dal latino medioevale braida, e si è diffuso in questa forma in Veneto e in tutta la Pianura Padana, mentre in Lombardia è risultata vincente la forma Brera. Il latino ha integrato il termine dal longobardo dove braida, bradia, brera, braia indicavano “un campo erboso, un prato libero pianeggiante alla periferia di un abitato”. Riferendosi ad un luogo, la radice Brera/Bra è frequente nei toponimi del Nord Italia: Bra (CN), Breda Cisoni (MN) Breia (VC). Inizialmente lontano dalla città, il luogo fu assorbito dallo sviluppo urbanistico, e oggi si trovano quartieri e piazze che si chiamano Brera Bra Breda in zone molto centrali a Milano, Verona, Genova, Brescia, Mantova.
ANSALDO
Alla fine del ‘900 la Breda venne ceduta al Gruppo Ansaldo e cominciò la progressiva conversione delle aree industriali. Il riassetto urbanistico dell’intera area Bicocca all’inizio del nuovo millennio ha incluso un polo universitario, il teatro Arcimboldi che ha ospitato la Scala nei lunghi anni della ristrutturazione, e che oggi è ancora sede di spettacoli e concerti di grande richiamo.
L’azienda Ansaldo fu fondata a Genova a metà dell’800 per spinta del governo sabaudo, con lo scopo di sviluppare un’industria nazionale per la produzione di locomotive a vapore e materiale ferroviario, allora assente sul territorio italiano. Le redini furono affidate all’ingegnere Giovanni Ansaldo che portava un cognome di tutto rispetto.
Ansaldo è infatti la cognominizzazione del nome proprio germanico Ansaldo, formato da Ans “divinità, Dio” e Walda- “potenza, potente”. Il significato sarebbe quindi “potenza divina” o “potente per volontà divina”. Il nome fu portato in Italia dai longobardi (eccoli di nuovo!) nelle forme Answald, Ansoald, Ansuald, ed è presente già nel VII secolo nel Nord Italia e in Liguria. Dal X secolo si fa notare nelle forme latinizzate Ansaldus e Ansaldonus.
Ritorno al principio e chiudo il cerchio: Pirelli, HangarBicocca, la Bicocca, Breda e Ansaldo sono i protagonisti dell’ondata di industrializzazione che ha interessato l’area milanese di fine 800, inizio 900. E i longobardi sono stati dei buoni prestanome.
Le immagini sono tratte dal sito HangarBicocca e da Wikipedia.