PHILYRA, UN NOME DIFFICILE DA ACCOGLIERE, COME IL SUO CONTENUTO

Non so se è più sorprendente il nome o il progetto che c’è sotto, il significante o il significato. A parere mio entrambi, e parto dal significato proprio perché giustifica e dà origine al nome.

Philyra è il software di IBM studiato per creare i profumi e le fragranze per noi umani. Aspetti così privati come l’olfatto, il riconoscimento, le suggestioni, i ricordi, le emozioni che passano attraverso un profumo, possono ora essere creati e guidati da un algoritmo, ed entrano quindi nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Senza essere apocalittici o dare spazio a polemiche, incredulità, giudizi, rimando ad un articolo che cita in modo preciso i fatti che attestano il successo dei primi profumi creati dal software. Niente di magico o sciamanico: il software studia le formule di fragranze esistenti (può accedere ad un data base con un milione e settecento formule catalogate) e confronta i dati delle composizioni con dati sociodemografici, come la distribuzione geografica, l’età, lo stile di vita dei target principali. Dalle correlazioni virtuose nascono nuove formule, che poi vengono testate ed eventualmente corrette e indirizzate a target molto specifici.

Passiamo al nome: Philyra. Un’altra scoperta che mi ha portato nello splendido mondo della mitologia greca e non solo. Philyra era la ninfa o la dea della bellezza e dei profumi, ed è per questo che è stata scelta come nome del software. Si narra che Filira (in greco antico: Φιλύρα, Filùra) o Fillira, figlia di Oceano e Teti fosse famosa per la sua bellezza e generò Chirone, il centauro metà uomo e metà cavallo, che dalle arti di sua madre ereditò un talento per la medicina. Su come Filira generò Chirone ci sono due storie: una la vede vittima delle brame del potente Crono, che per possederla si trasforma in cavallo. Un’altra fonte presenta invece Crono e Filira come amanti, colpiti dalle ire di Rea moglie tradita di Crono, che trasforma quest’ultimo in cavallo e da lì ha origine la sorte di Chirone centauro. Si narra che Filira rimase così sconvolta dal suo concepimento semi equino che chiese a Zeus di cambiare natura e questi la trasformò in Tiglio. Ho una passione particolare per il tiglio perché il mio nome Linda prende origine proprio da linden, “tiglio” in tedesco. E ho altrettanta ammirazione quando il nuovo scopre l’antico: l’incontro tra intelligenza artificiale mitologia è curioso e bonifica questa pesante incursione tecnologica.

Sono consapevole però che il nome Philyra è difficile da qualsiasi parte lo si prenda: nella pronuncia perché contiene combinazioni e lettere scomode per noi italiani, nella digitazione perché facilmente si confondono I e Y, e nelle suggestioni perché la sua origine è piuttosto nascosta, a meno di non conoscere approfonditamente la mitologia.

A noi italiani richiama il termine filiera che non è proprio vicino all’ambito immaginifico e poetico della creazione dei profumi, quell’atto artistico e unico. Philyra è un nome colto e sofisticato che nasconde la sua storia ed ha bisogno di un aiuto, di uno story telling efficace perché senza il racconto non approfitta di tutto il suo variopinto contenuto.