Arriva a Milano la Pasticcino Bag di Max Mara Weekend dopo il lancio a Kyoto.

 

UN GIRO INTORNO AL MONDO

La Pasticcino Bag è abituata a viaggiare e con Kyoto si compie la terza tappa del giro intorno al mondo cominciato a Venezia nel 2022 e continuato a Parigi l’anno successivo. Ogni tappa presenta una edizione speciale di questa iconica borsa nata nel 2016 e oggi sempre più esuberante. Le special edition celebrano l’artigianalità e la cura caratteristici delle manifatture locali. A Venezia la borsa ha vestito i pregiati tessuti Fortuny ingioiellandosi con boules di vetro di Murano. A Parigi le stoffe si sono arricchite dei pizzi delle regioni del nord della Francia, con boules in ceramica smaltata. A Kyoto i tessuti provengono da una manifattura storica mentre le boules sono intrecciate a mano da maestri artigiani come le cordicelle di seta dei kimono e degli haori, le giacche copri kimono.

FINO AL 10 GIUGNO IN CORSO VENEZIA A MILANO

I modelli, alcuni in tessuti antichi originali, sono visibili fino al 10 giugno in un luogo speciale: il cortile di Palazzo Bovara in corso Venezia 51 a Milano. Un evento molto suggestivo, che ci trasporta belli belli in Giappone in un giardino zen con tanto di foresta di bambù e percorso tra sassi, montagne e sabbia. Una vending machine parlante in giapponese (che ricorda le sale Pachinko) regala una simpatica borsetta di carta tipo Pasticcino Bag, con una dolcissima sorpresa in tema “pasticcino”. Il Giappone tradizionale sposa quello moderno dei fumetti e delle anime e offre un bell’assaggio di sé.

UN NOME PARTICOLARE, VOTATO ALL’INTERNAZIONALITÀ

Ma veniamo al nome Pasticcino Bag: combina un quadrisillabo italiano con un monosillabo inglese. Il termine Pasticcino è tipicamente italiano e non proprio alla portata di tutte le lingue. La doppia C che crea qualche garbuglio, e la desinenza -ino sono infatti riconoscibili come italiani, e il rimando alla golosità, ai dolci e alle pasticcerie è oramai facile anche per uno straniero. Oggi all’estero si vedono con più frequenza insegne che contengono il termine “pasticceria” e gli stranieri se ne stanno facendo una buona (!) ragione. Pasticcino deriva dal latino volgare pasticĭum che è un’evoluzione di păsta.

La Pasticcino Bag si è aggiudicata questo nome per la sua forma e perché “è soffice come un bon bon”, si legge sul sito Max Mara. La borsa ha un design molto originale e sofisticato, nei dettagli e nei volumi. Declina la sua ispirazione vintage con uno stile moderno e fashion, e le special edition arricchiscono il bouquet della linea. Quest’ultimo lancio denominato Treasures of Japan vanta tessuti jacqard in seta con deliziose fantasie giapponesi. Anche il regalo a coronamento della visita è delizioso e giocoso insieme.

Gift Pasticcino Bag MaxMara Week End

Il nome Pasticcino Bag è molto originale per una borsa: per quanto il termine sia ispirato dalla forma, non ha però nulla di descrittivo in quando gli ambiti semantici di borsa e pasticcino sono molto distanti tra loro. La suggestione è particolare e non univoca, e questo la rende distintiva e potente. L’inclusione del descrittivo Bag dà completezza alla denominazione.

 

IL NOME MAX MARA

Anche il nome Max Mara svela un intento preciso: l’azienda nata nel 1951 a Reggio Emilia originariamente si chiamava Confezioni Maramotti, usando il cognome del fondatore Achille Maramotti. Nel 1957 cambiò nome a fronte di un segno più facile e memorabile: Max per suggerire potenza e destrezza grazie al superlativo ed anche nome maschile, e Mara dall’abbreviazione di Maramotti. Un abbinamento vincente per una casa di moda che all’origine proponeva capi spalla femminili ispirati a forme, dettagli e stili prettamente maschili.

Le immagini sono prese dal sito del brand e AdlMag, o sono dell’autrice.