Finalmente si presenta una buona occasione per me di parlare di questo nome, anche se non è così buona per gli attori coinvolti. Ma spesso se c’è risonanza sui media ci sono problemi, e nel caso del colosso californiano Nvidia e dei suoi “clienti” cinesi, i problemi sono gravi, governativi e con proporzioni enormi.

 

TRUMP E LA CINA: NVIDIA NEL MEZZO

Riguardo i fatti rimando a due articoli, uno di Wired di luglio 2025 che illustra l’apertura del governo US alla vendita di prodotti Nvidia alla Cina e alle misure trovate per evitare che la Cina (pagandola) approfitti troppo dell’alto livello della tecnologia americana. E un altro articolo più recente che riguarda il blocco della Cina all’acquisto di prodotti Nvidia e la chiusura dei contratti in essere. Azione molto forte, dovuta all’inasprimento della trattativa e al fatto che Nvidia ha dichiaratamente sviluppato un prodotto di media performance per il mercato cinese che si chiama H20, e lascio perdere ogni riferimento all’acqua.

A questo si aggiunge la fiducia del governo cinese negli avanzamenti delle industrie interne, che potrebbero essere in grado di produrre processori di qualità entro il 2026. In mezzo a tanta tensione fanno capolino le terre rare, ambito in cui la Cina è protagonista ma che fanno gola a chiunque sviluppi elettronica, in particolare agli Stati Uniti e a Trump.

 

UN NOME, UN PROGRAMMA

È ora il momento di concentrarsi sul nome Nvidia che mi ha impressionato da quando lo conosco per la sua audacia. Come e ben più del nome Virgin, Nvidia è un nome che provoca. Per noi latini il riferimento al sentimento dell’invidia è immediato, per gli anglosassoni un po’ meno dal momento che invidia in inglese si dice envy, mentre per altre culture è nullo. Per gli anglosassoni il nome Nvidia potrebbe addirittura far pensare alla fusione di envy e di video/videa, laddove Nvidia è nata per produrre schede video e processori grafici per il mondo dei videogames e per l’elettronica in generale, ampliando poi la sua produzione a schede madri per PC e altro. Letteralmente la genesi del termine latino invidia combina la particella in usata in modo avversativo con il verbo videre e prende il significato di guardare con ostilità, guardare male.

 

UN PECCATO GRAVISSIMO

L’invidia è un peccato capitale, uno dei sette vizi. Mette l’uno contro l’altro, quell’altro verso il quale si prova risentimento, ostilità, astio, malanimo. Aristotele considerava l’invidia “un dolore causato dalla buona fortuna […] presso persone simili a noi”.

È certo che il riferimento all’invidia c’è ed è voluto: i tre fondatori dell’azienda e del brand nel 1993 hanno deciso di dare proprio questo messaggio: invidia con il senso di essere invidiati, essere visti con invidia dagli altri. Un atto superbo quanto coraggioso, che non riduce la portata negativa di questo sentimento.

Un altro motivo che ha guidato la scelta di naming è stato il desiderio di un nome che contenesse e desse rilevanza alle due lettere NV in sequenza, iniziali di Next Version o Next Vision, con l’idea di suggerire innovazione e miglioramento continuo.

Fatto sta che sono arrivati risultati invidiabili: Invidia è stata quotata in borsa dopo pochi anni dalla sua nascita, ha toccato fatturati miliardari che oggi rischiano di ridursi a seguito della perdita di un grande cliente.

 

E LA CINA?

In questa epoca di dazi e sanzioni viene quasi voglia di fare il tifo per la Cina e immaginare che il governo cinese voglia facilitare la nascita di una nuova società o un gruppo, che anche nel nome possa contrastare il colosso californiano. Con lo stesso coraggio con cui è nata la società con il nome Nvidia, potrebbe nascere una nuova entità con il colore di un sentimento ugualmente forte e spregevole, oppure sfidante, oppure bonariamente amichevole. Se si vuole contrastare allora bisogna giocare bene anche la leva del naming. Per inciso i concorrenti di Nvidia sono società con nomi che in confronto hanno poco da dire: la sigla AMD cela il suo mediocre intento descrittivo di Advanced Micro Devices, e Intel (ora partner di Nvidia) fa poco di più.

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