La storia di Mutti è lunga e articolata. Un cammino punteggiato da innovazioni forti come il tubetto con il ditale; da compagne con toni raffinati, poetici, ed anche ludici e casalinghi; da intuizioni sagaci. La più forte è stata la decisione nel 1911 di depositare il marchio con i due leoni per facilitare il riconoscimento del prodotto in una nazione ancora in bilico tra analfabetismo e ruralità. Tema toccato a proposito del nome del riso Gallo, per il quale l’elemento visivo diventa brand name.
L’azienda Fratelli Mutti nasce allo scoccare del nuovo secolo, con precisione nel 1899 e segue il percorso che dall’artigianalità porta all’industrializzazione e all’imprenditorialità, fino ad essere considerata creatrice e depositaria di una cultura che nobilita il pomodoro e lo porta alle stelle.
Che il pomodoro non sia autoctono è una conoscenza oggi abbastanza diffusa; con Mutti il pomodoro riesce a diventare una perla italiana, radicata in modo significativo nella Food Valley della nostra pianura padana.
Anche il cognome Mutti ha una storia lunga e molto radicata nel centro e nord Italia: condivide con altri cognomi come Muzzi, Muziano Muccini, Muccioli, Mussi e molte derivazioni, un’antica origine romana. Mutius era infatti un nome proprio gentilizio, diventato Muzio / Muzzio in età imperiale e medioevale e passato al rango di cognome nei secoli successivi. All’origine c’è l’aggettivo mutius che significa “balbettante”.
In alcuni documenti si rintraccia una diversa origine del cognome Mutti, che invoca una forma dialettale di area bergamasca-bresciana: del mut cioè “abitante di zona montana”. Ma è un’ipotesi minoritaria, e nel settore c’è già un noto produttore di conserve che si chiama Del Monte; a maggior ragione quindi è meglio rimanere sull’ipotesi gentilizia.
Ci teniamo stretti quest’eccellenza italiana che ha tanto lavorato per creare valore e valori, con iniziative per il territorio, l’ambiente e la buona cultura alimentare.