La prima è l’incontro fortuito tra una vodka e una ginger beer che se la passavano piuttosto male. La seconda è l’abbinamento tra due parole che cominciano per M infisse nel nome Moscow Mule. La terza sembra essere la presenza nel famoso incontro tra la vodka e la ginger beer sfigate, di una partita di tazze di rame con sopra inciso un asinello. Ce ne potrebbe essere una quarta di coincidenza o evento eccezionale: il ritorno in voga di un cocktail nato negli anni ‘40 a Los Angeles, famosissimo negli anni ‘50 e ‘60 in tutta America, tanto da avere Woody Allen come testimonial.
Tra storia vera e mitologia sembra che al termine del secondo conflitto mondiale il distributore americano della vodka Smirnoff avesse grosse difficoltà a lanciare negli States la vodka, a causa dell’eredità negativa che la Russia ribaltava sul distillato di cereali e patata. Simili problemi aveva il proprietario di un famoso locale di Los Angeles che si era inventato la ginger beer, un soft drink allo zenzero, però poco gradito.
I due imprenditori provarono ad unire i fallimenti, ed ecco nascere un successo: il Mulo di Mosca. Mosca perché non si voleva censurare l’origine russa della vodka, e Mulo perché a causa dello zenzero il drink “scalciava” nello stomaco come un mulo. Di certo un’iperbole visto che si parla di un po’ di zenzero pizzicante, ma di sicuro l’immagine del mulo è forte e memorabile. Una voce vuole che il battesimo “mulo” sia dovuto al fatto che su quelle benedette tazze di rame lì disponibili fosse disegnato una sorta di mulo, e da qui il nome insieme alla provocazione di bere un alcolico nel rame anziché nel vetro o nel cristallo.
È certo che all’inizio il drink si chiamava Vodka Buck, per sottolineare la presenza di un distillato speciale e poco noto in Usa e la familiarità con i Buck Cocktail, drink a base di ginger ale o beer ale, succo di limone e un distillato a scelta. Solo in seguito il nome divenne più originale e meno elegante con l’inclusione di quel sostantivo mule/mulo. I nomi dei cocktail sono spesso strambi: provocatori, auto ironici, simpatici… Penso a Bloody Mary, Cuba Libre, Negroni Sbagliato.
Bramato in Usa e Europa, servito raramente in tazze di rame (il rame ha il vantaggio di prolungare la freschezza del drink) può capitare di vederlo decorato con un cetriolo fresco per rinforzare l’alone russo. Il cetriolo è però alieno alla ricetta originale che contempla solo vodka, ginger beer o ginger ale e succo di lime. Riavviato l’interesse positivo verso Mosca, Putin, l’Ex Unione Sovietica, oggi la vodka sta bene a tutti, la Smirnoff è un’azienda florida e il Moscow Mule è stato eletto il drink del 2016.