I tre nomi Merdame Merdacotta e Museo della Merda sono tutti marchi registrati dallo stesso proprietario e corrispondono ad altrettanti prodotti: un concime organico, un materiale e un luogo a metà tra arte e scienza. Il tutto nasce in provincia di Piacenza a Castelbosco un antico castello medievale, a seguito di una intuizione virtuosa. Le 3500 vacche presenti in azienda oltre a produrre giornalmente 500 quintali di latte per fare il Grana Padano, ne sfornano anche 1.500 di sterco. Quest’ultimo opportunamente trasformato e privato degli agenti patogeni diventa materiale organico riutilizzabile e fonte di energia.

MUSEO DELLA MERDA CICLO PRODUTTIVO

Ecologia, riciclo, ambiente, sostenibilità, produzione, innovazione ed anche arte e storia. Tutto questo succede dal 2015 e fortunatamente viene premiato e riconosciuto anche a livello internazionale. Un’eccellenza italiana che all’inizio magari fa sorridere, ma che poi lascia a bocca aperta. Anche perché nel sito non si fanno giri di parole: merda, merda secca, deiezioni, biogas: ogni cosa ha il suo nome ed ogni nome di prodotto dice in modo palese di cosa si tratta. Merdame con la radice merd- e lo stesso suffisso –ame di letame rinforza il concetto “letame”; non lo ingentilisce, ma lo presenta in modo inequivocabile. Del resto il sostantivo merda (di origine sconosciuta ma indicata come voce latina dotta nel Diz. Etiologico Zanichelli) è la radice e alla radice di tutto il progetto, mentre –ame è il suffisso dal quale si forma il collettivo di vari sostantivi (bestiame, pollame…) spesso anche con valore spregiativo (Diz. Le monnier). Il termine letame deriva dal latino laetare che ha familiarità con lieto oltre che con fertile e concime … nomen-omen.

MUSEO DELLA MERDA LOGO

Anche il Museo della Merda (The Shit Museum) è un nome-manifesto. Se penso che da sempre si usano giri e paroline per non dire quella che è un’imprecazione e persino una parolaccia (con o senza “porca” davanti) vederla esposta su una confezione nera in una vetrina di un fiorista chic di Milano, mi ha molto intrigato. Devo ammettere che d’acchito mi è sembrato di vedere scritto “madame” (pura rimozione!).

Il progetto è ultra serio, ideologico ancor prima che ecologico. L’arte della trasformazione può portare ovunque se guidata da una buona idea. Inoltre la sensibilità all’arte dell’arguto imprenditore Gianantonio Locatelli ha riempito il progetto di contenuti e stimoli sul fronte scientifico, produttivo e artistico.

Museo della merda prodotti

Merdacotta è il materiale “in cui sono stati plasmati tutti i primi prodotti a marchio Museo della Merda: vasi, portafiori, mattonelle, piatti, ciotole, una brocca, una tazza… Forme semplici, pulite, rurali … la loro sostanza non è nella forma, ma nella materia di cui sono fatti”. Con un processo di cristallizzazione è possibile realizzare una linea per la tavola; ed anche piastrelle, sedute, sgabelli, supporti e contenitori di varie forme, per chiudere la collezione con il Vaso Merdante. Tutta l’energia e il riscaldamento che servono per uffici, azienda agricola e museo sono prodotti dal letame. Come si legge sul sito, “la merda fa miracoli!”.