Anche se esiste dal 2016, per me Mastodon è una scoperta recente. E credo per tanti, visto che se ne parla da quando Elon Musk ha messo in allarme (e sto usando un eufemismo) il mondo di Twitter.
MASTODON VERSUS TWITTER
È facile immaginare la scena Mastodon contro Twitter. Due animali, uno molto grosso e uno minuscolo. Uno fossile e uno forse in via di estinzione. Al di là della facile ironia, quello che è di maggior interesse per me è il punto di vista del naming.
Twitter aveva stupito per la freschezza e la bellezza del suo nome. Ai tempi (era il 2006) il significato della parola twitter era forse poco noto, ed oggi sono ancora tanti i non anglofoni che si incastrano tra il verbo twitter “cinguettare” e il sostantivo tweet “cinguettio”, e confondono le vocali [I] ed [E].
Con il nome Mastodon il problema non sussiste: l’origine greca lo rende comune in tante lingue e l’immagine del mastodonte si delinea più o meno chiaramente. Viene in mente un pachiderma, un mammut peloso e zannuto, uno sforzo mastodontico, un’impresa colossale che supera i limiti consueti.
UNA SCELTA DI NAMING CORAGGIOSA
Il mastodonte è un grosso mammifero proboscidato vissuto nell’era terziaria, dotato di quattro zanne, due superiori e due inferiori. Le prime possono superare il metro. I denti molari visti di profilo hanno una forma arrotondata che li rende simili ai capezzoli. Da questo la curiosa bestia ha ricavato il suo nome, composto dal greco mastos “mammella” e odon “dente”.
Da qualche anno l’animale arrivato a noi come fossile, è diventato più reale avendo prestato il suo nome a un social network molto vivace. Mastodon è infatti una piattaforma di microblogging come Twitter, però è decentrata, open-source, non raccoglie i dati degli iscritti, non ha pubblicità. Non è dominata da algoritmi, e non è in mano ad aziende quindi al capitale e al mercato. Nella sua presentazione fanno capolino termini molto intriganti come fediverso, istanze indipendenti.
La scelta del nome non segnala per forza un atteggiamento megalomane: non è facile oggi trovare un nome di animale che sia disponibile per essere utilizzato per l’ambito tecnologico. E quindi la fantasia e la ricerca si devono sbizzarrire su terreni nuovi. In questo caso il terreno è vecchio e stratificato, ma ne è saltato fuori un nome originale, sicuramente ricco di impressioni.
Se il nome Twitter suggerisce anche foneticamente velocità e leggerezza (ricordo che all’inizio i messaggi non dovevano superare i 140 caratteri), il nome Mastodon comunica il contrario. La fonetica ampia e morbida, e l’animale rimandano alla pesantezza e alla lentezza. Si pensa ad un andamento impacciato, rallentato, e ad un look preistorico: l’antitesi della contemporaneità digitale. Queste suggestioni non hanno fermato il suo creatore Eugen Rochko, e oggi il social network si confronta con l’uccellino cinguettante. Gli elefanti non sono famosi per contrastare i topolini; vedremo come si comporterà Mastodon, che nel look fumetto veste i panni di un tenero pachiderma, giocoso, allegro e piuttosto buffo. Molto originale anche l’icona del logo, che con mirabile sintesi propone la M iniziale, un fumetto, una testa elefantina e una proboscide.
Non potevo trovare una mascotte più simpatica per accompagnare i miei auguri di Buon Natale e buon inizio di anno a tutti voi che mi leggete!
Le immagini sono prese dal sito italiano, dai canali social e da Wikipedia.