Anche se lo sembra, erbolario non è un termine esistente: non lo si trova nei dizionari e lo si può considerare quindi una creazione. Il nome completo L’Erbolario fa pensare ad un erbario; e possiamo avvicinargli anche i vocaboli erbolaio ed erbolaro indicate come “nobili forme ormai desuete” nel sito Treccani.it, Sul sito Treccani viene posta una domanda fondamentale: in virtù della fama del negozio, il termine erbolario  potrebbe entrare nel linguaggio comune? Il quesito è interessante.

In più la forma particolare della parola erbolario con la terminazione tecnicistica –ario aggiunge un’idea di laboratorio, lavoro, luogo di raccolta e di operatività.

 

Un nome semplice ma con il doppio fondo

Questo nome che sembra così semplice e quasi banale, apre invece tante finestre semantiche che tornano utili al brand. Per la sua forma erbo-lario offre la suggestione della classificazione delle piante e delle erbe, che richiama la tassonomia di Linneo. Evoca un giardino botanico o un laboratorio erboristico dove si lavorano i prodotti della natura. Le erbe e le piante al centro, e un alone di naturalità laboriosa, operosa, officinale con tutto il valore dell’artigianalità.

Il nome L’Erbolario foneticamente mostra una combinazione di suoni che invita a moltiplicare le R a danno della L, più timida e ritrosa. Può capitare di incepparsi e di pronunciare Erborario e in generale ci si dimentica la L dell’articolo. L’articolo c’è, è determinativo ed ha una funzione personalizzante. In più la L è importante perché è anche l’iniziale della città in cui il brand è nato: Lodi.

 

Una storia tutta naturale

Era il 1978 e L’Erbolario si chiamava ancora Premiata Erboristeria Artigiana. Un’impresa familiare con un nome estremamente descrittivo ma ben caratterizzato dai suoi due aggettivi Premiata e Artigiana. Si producevano cosmetici e lozioni rifacendosi ai ricettari di famiglia.

Il nome di marca e di insegna L’Erbolario si è molto diffuso grazie ad un’offerta di prodotti ricca e dinamica, che si aggiorna costantemente con proposte nuove e articolate. Le tante linee del brand sono sostenute da operazioni di comunicazione e marketing ben pensate, da una distribuzione capillare e dalla presenza dei negozi nei centri storici di molte città.

La vocazione alla naturalità e agli ingredienti vegetali è assoluta e risale alle origini del brand che oggi parla di fito cosmetica, di distillazioni in corrente di vapore, di estrazioni da vegetali in percolatori di vetro. Oggi (primavera 2017) si parla anche di 5500 farmacie ed erboristerie italiane e di queste, molte sono negozi monomarca L’Erbolario, che è presente con i sui prodotti nei 5 continenti.

 

La strategia nominale del brand è molto semplice: dà grande evidenza al nome di marca, e un buono spazio alle linee che nella maggior parte dei casi hanno nomi diretti e descrittivi dell’essenza vegetale principale – Ginepro Nero, Osmanthus, Assenzio, Mirto, Ortensia, etc.. Alcuni dei nome delle linee sono più caratterizzati come Narciso Sublime, Acqua di More, Accordo Viola, o particolari come per le linee I 3 rosa, Periplo, Dolcelisir, Méharées.