Africa, schiavi, tribale, Brasile, 1800, combattimenti, canti, rituali, danza, ritmo, berimbau: Capoeira.
Praticata dagli schiavi africani che lavoravano nelle piantagioni, la capoeira ha una vocazione di lotta violenta, ma un mascheramento di danza. Nei secoli viene proibita e diventa clandestina; si lega agli ambienti degradati e malavitosi, e proprio perché i praticanti erano spesso brutti ceffi fuorilegge, si rende necessario l’uso di un apelido, un soprannome per evitare di essere riconosciuti e individuati.
Oggi la capoeira si è ripulita, ed è diventata lo sport nazionale del Brasile; dal 2014 l’UNESCO ha iscritto la roda di capoeira nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La pratica di assegnare un nome speciale al capoerista è viva tutt’ora; succede durante la cerimonia annuale del batizado, in cui il maestro attribuisce il nome ai suoi allievi in base alle particolari caratteristiche fisiche o di personalità; i nomi sono generalmente in lingua portoghese.
Mi pare bello celebrare l’estate con questo racconto esotico e intrigante, che parla di nomi identificativi, che rispecchiano la persona, che sono scelti con cura e rendono prezioso il rituale dell’assegnazione.
Buona estate a tutti