È morto il grande stilista giapponese Kenzo Takada, innamorato della moda e del design, rivoluzionario e audace. Ma per onorare la sua cultura di provenienza, bisogna nominarlo invertendo l’ordine: Takada Kenzo. Takada è il cognome e Kenzo è il nome, e in Giappone il cognome precede il nome.
Con lla mia minima conoscenza del giapponese, avevo avvicinato il nome Kenzo a quello dell’arte marziale kendo e al kenzan un oggetto fondamentale nelle composizioni di ikebana. E avevo dedotto che ken significasse “spada”, perché kendo è “la via delle spade” e kenzan è una “montagna di spade”. Ho appena scoperto grazie alla mia insegnate di ikebana che in giapponese ci sono almeno 20 caratteri kanji che vengono pronunciati ken. Quindi per comprendere il senso del nome Kenzo bisogna studiare attentamente come è scritto. Il kanji di Ken 賢 significa “intelligente” e il kanji di zo 三 vuol dire “tre”. Forse una lettura del nome Kenzo è “tre volte intelligente”.
E forse anche per il Giappone ha senso il proverbio nomen omen: da giovane Kenzo segue la sua passione per la moda e contro il desiderio della famiglia si diploma presso un istituto di moda a Tokyo, tra i primi maschi ammessi a quel tipo di studi considerati prettamente femminili. Arriva a Parigi a metà degli anni 60 e si fa notare per l’originalità e lo slancio creativo. Apre una boutique con il nome Jungle Jap, e presenta le collezioni in un tendone di circo, comparendo alle sue sfilate sul dorso di un elefante. Quando il suo brand entra nel gruppo LVMH segue le sue inclinazioni e si occupa di design e arredamento.
Kenzo muore all’età di 81 anni a Parigi per complicazioni dovute a Covid-19. Una vita ricca all’incrocio di varie culture, per un uomo definito da chi lo conosceva, curioso e pieno di energia. Ed anche questo slancio è presente nel suo nome che foneticamente e visivamente è caratterizzato da due suoni potenti: la K e la Z.