Il nome Kena Mobile è nato a partire dal nome del guerriero Kena, figura fantastica della mitologia polinesiana non proprio limpida ed eroica. Come si legge nei pochi contenuti che si trovano in rete, Kena è un personaggio complesso, vittima dei suoi istinti ed anche un po’ torbido. La sua storia inanella incantesimi, delitti, suicidi, innamoramenti e tradimenti, e varie imprese che lasciano piuttosto perplessi. Anche il codice etico del suddetto guerriero è discutibile; altra cosa rispetto alla figura del samurai e al codice del Bushido, giusto per rifarsi ad una cultura altrettanto lontana.
Ad ogni modo il nome e l’immagine del guerriero sono stati scelti come figura guida per questa impresa di telefonia mobile che fa capo a Tim. Questa la spiegazione data dall’amministratore delegato Franco Frasca: “Come il guerriero da cui prendiamo il nome che vuole combattere la sua battaglia armato solo di una lancia e della propria forza, anche noi raccogliamo la sfida di essere il nuovo operatore che non ama le offerte poco chiare, le apparenze rispetto ai contenuti, i giri di parole che spesso accompagnano i messaggi promozionali”.
L’immagine di Kena appare quindi semplificata, bonificata e quasi beatificata: è Il Guerriero al maiuscolo, eroico e sicuro di sé, asciutto e leale. E così Kena diventa nome e logo, abbinandosi con “Mobile”. Del resto nella storia mitologica di Kena si rintraccia una curiosa vocazione alla rappresentazione e la logo: il tatuaggio. Il rituale del tatuaggio è un tema forte nella leggenda del guerriero, e determina parte delle sue imprese, oltre a segnare il corpo di Kena.
Per una curiosa torsione della cultura, oggi nella ricchissima simbologia dei tatuaggi, “il” Kena è il simbolo del guerriero, ed il modo di rappresentarlo si è molto codificato. Il tatuaggio ha una lunga tradizione nella cultura d’origine di Kena: la parola tatuaggio deriva proprio dalla lingua polinesiana, nella quale tatau significa letteralmente “marchiare” e il tatuatore era chiamato Tahu’a tatau. Tra gli studiosi Marc Blanchard sostiene che “I tatuaggi polinesiani sono il segno del colonizzamento di altre civiltà: la differenza tra il colonizzatore e il colonizzato è nel disegno della pelle”. Nell’antica cultura polinesiana i tatuaggi hanno avuto una grande importanza come simbolo distintivo e identitario che mostrava l’identità di un membro della tribù, lo status sociale, il ruolo all’interno della gerarchia, la maturità sessuale.
Il guerriero Kena: da una parte il mito all’origine di una cultura, dall’altra un personaggio che ai nostri occhi fa una magra figura. In mezzo il desiderio di rifarsi a qualcosa di originale e nuovo ai nostri occhi moderni, riportando in vita un tema antico e particolare. La scelta del nome Kena è sicuramente una scelta audace che ha un’ispirazione forte, lontana. Evoca un mondo diverso, primigenio, magari non proprio edificante ma genuino.
Kena è un nome che racconta una storia, e la storia che racconta crea curiosità; un po’ come fece il nome Tiscali nato tanti anni fa radicando la sua proposta nella cultura del popolo sardo, zona di provenienza dell’operatore telefonico che portava quello strano nome. Nel caso di Tiscali il legame tra nome ed impresa era geografico, con Kena il legame è il tema del Guerriero.
Si ringrazia il sito Indianidamerica.it per l’immagine del tatuaggio del guerriero.
In questo post si parla di ho.Mobile, l’operatore virtuale di Vodafone.