Non possiamo più stupirci, succede di tutto. Anche questo: il concetto avveniristico di automobile che si trasforma è diventato reale. Lo produce Toyota e lo ha chiamato Kayoibako, termine giapponese usato nelle fabbriche Toyota per i contenitori di stoccaggio, utilizzati per trasferire le componenti nei vari stabilimenti del gruppo. 

 

UN NUOVO CONCETTO DI AUTOMOBILE TRASFORMISTA

Kayoibako è una monovolume modulare il cui interno si può trasformare e adattare con una libertà totale, grazie al sistema di fissaggio a pavimento e pareti, per l’attacco di moduli. Quindi lo stesso mezzo può avere molteplici usi, modificando velocemente i suoi spazi interni: navetta per il trasporto passeggeri anche con disabilità, negozio mobile per la vendita ambulante, camper e mezzo per il tempo libero. Una risorsa intelligente e versatile in meno di 4 metri di lunghezza 3990 cm per l’esattezza, 1790 cm di di larghezza, e 1855 cm di altezza.

UN NOME FEDELE

A vederla è un po’ repellente; assomiglia ad un container o sembra uno scatolone con le ruote; ma è proprio questa la sua origine, e il suo nome la esprime bene. Hako/ bako significa scatola, e kayoi deriva dal verbo kayou che ha tanti significati.

  1. Andare avanti e indietro su una certa area regolarmente, molte volte; frequentare
  2. Muoversi liberamente tra più luoghi
  3. Scorrere senza fermarsi
  4. Trasmettere i propri sentimenti ad un’altra persona
  5. Il percorso è chiaro
  6. Simile, sembrare simile, comune
  7. Diventare familiare, capire
  8. Intersezione, mescolare e abbinare

Il giapponese è una lingua complessa: preso un segno o ideogramma non si è mai certi di azzeccare il significato corretto. Per questo ho chiesto aiuto a Keiko Ando, una docente giapponese molto speciale che vive a Milano, e che più di 40 anni fa ha creato il Centro di Cultura Giapponese. Proprio lei mi ha avvicinato alla ricchezza del termine Kayoibako, che nella stampa si vede tradotto malamente: a volte con “vuoto a rendere” altre volte con “scatola utile”, tagliando via la sua ricchezza. Sempre Keiko mi ha detto che in Giappone è risaputo che in Toyota il termine è usato per le scatole/contenitori dei pezzi in lavorazione.

 

MANTERRÀ QUESTO NOME ANCHE IN OCCIDENTE?

Non aggiungo altro, se non che Kayoibako Toyota è un mezzo super intelligente. Presentato in autunno 2023 al Japan Mobility Show lo vedremo presto sulle strade, integralmente elettrico con un sistema di batterie piatte che riduce il tempo di sosta per la carica alla colonnina.

La sua performance trasformista e sostenibile fa perdonare l’estetica cubica, ed anche la difficoltà di pronuncia e memorizzazione del nome. Mi auguro infatti che anche fuori dal Giappone il veicolo mantenga il suo nome giapponese. Sarebbe una scelta forte; un nome così esotico attira l’attenzione, alimenta la curiosità, avvicina il target. Di norma si pensa che solo un nome semplice, breve, eufonio abbia questi superpoteri. La pratica mostra che un nome che si radica nel brand e nel suo contesto, rimanendo coerente con i valori e il linguaggio del brand, crea il giusto effetto.

La scelta di un nome giapponese per quanto complicato, rende virtuoso il rimando all’efficienza e al minimalismo associati alla cultura nipponica. E aiuta a riconoscere questi valori nel brand Toyota, che tutti sappiamo essere giapponese, all’avanguardia sui temi della sostenibilità, dei motori elettrici, delle tecnologie.

Il look di Kayoibako non è il massimo, ma non si discosta tanto da quello delle auto che si vedono a Tokyo e in Giappone, paese che si è ridisegnato sulla penuria di spazio, sviluppando soluzioni originali per creare micro posteggi e sempre più numerosi spazi abitativi.

AUTO GIAPPONESI

Le immagini sono prese dalla rete (Sempredirebanzai, Gazzetta dello Sport).