JSwipe JDateLa battaglia legale tra JDate e JSwipe si è conclusa con un matrimonio. Nulla di strano visto che si tratta di due app che favoriscono gli incontri tra le persone, come la più famosa Tinder. La cosa interessante è che le due app hanno un target molto specifico: millennial jewish single. Si muovono all’interno delle comunità ebraiche e questo focus è indicato dalla lettera J, che sembra stia proprio per Jewish, e che è stato il pomo dell’iniziale discordia. “In short, we’re being sued for using the letter J, which stands for Jewish community” dice il fondatore di JSwipe, la app più recente mentre così risponde il fondatore della più longeva JDate: “Our case against JSwipe is about their infringement on our technology and their attempt to build a business on the back of the JDate trademark,”.

Quindi tutto è partito dall’uso della lettera J, che sembra sia comune non solo alle app dedicate al target ebraico, ma anche per le loro scuole, le loro riviste … una sorta di j-names, come esistono gli i-names di Apple che però appartengono ad una sola marca, non ad una socialità, come quella ebraica. Giusto qualche giorno fa proprio la lettera J stimolava la mia riflessione con un amico appassionato di linguistica: per noi italiani la J è ancora una lettera difficile … in molti non sanno come pronunciarla, e sembra che debba fare ancora un po’ di strada a differenza della K e della Y che sono diventate familiari anche nel naming, insieme alla ormai abusata Q prima negletta.

La J deriva dalla yod, la decima lettera dell’alfabeto proto sinaitico: il pittogramma originario rappresentava un braccio, da cui il significato di mano, prendere, afferrare. Il pittogramma si è poi sempre più stilizzato negli anni, ed ha cambiato angolazione, per dare origine alla lettera I e alla Y (segni, non più figure). La pronuncia della J fricativa palatale sonora (quella del francese jour) è molto più recente e risale al XVI secolo. In italiano a questa J “francese” corrisponde la pronuncia della G (jolly si legge giolli), ma la tendenza a francesizzare e far “scivolare” il suono c’è ancora, per parole non così comuni, Kijiji per esempio.

Quindi da questa vicenda ho imparato a fare attenzione all’uso della J nel naming, e ad annusare se si tratta di questioni ebraiche o francesi o altro; ho imparato anche il nome Indiegogo, un sito di crowdfunding usato dai responsabili di JSwipe per raccogliere somme per la disputa legale, e la curiosa espressione Tinderquake.

Certo che i due nomi JSwipe e JDate non sono proprio due stelle di originalità, in un settore dove swipe sta diventando sinonimo di dating